L’epidemia provocata dal Covid ha imposto nuove modalità organizzate di socialità e gioco per bambini e adolescenti, al fine di contenere il rischio di contagio epidemiologico.
Sono state, in quel periodo, individuate attività capaci di garantire il giusto bilanciamento tra il diritto alla socialità, al gioco e in generale all’educazione dei bambini e degli adolescenti e la necessità di garantire condizioni di tutela della loro salute, nonché di quella delle famiglie e del personale educativo impegnato nello svolgimento delle diverse iniziative. Difficile è risultato tutelare la qualità della relazione interpersonale considerate le problematiche inerenti la conciliazione delle dimensioni di socializzazione con quelle di tutela.
La modalità in remoto, non auspicabile nella gestione ordinaria di processi educativi dove è alto il rischio di emarginare coloro che hanno più bisogno del contatto diretto interpersonale per attivarsi e motivarsi alla partecipazione, in tempo di pandemia – nel quale tali contatti diretti interpersonali sono limitati se non annullati – paradossalmente era diventata una risorsa indispensabile per garantire la continuità a processi relazionali già in atto e che avrebbero rischiato di interrompersi bruscamente.

Superata l’emergenza, anziché ritornare alla rassicurante “normalità”, attraversata da criticità e fragilità enormi che non vanno ignorate né dimenticate, si è rivelato importante riflettere su nuovi servizi e su metodologie innovative capaci di sollecitare curiosità e soddisfare i reali bisogni dei destinatari.
Sin dall’inizio, come poi confermato negli incontri tenutosi a Firenze, Napoli e Roma il “Manuale di programmazione e progettazione dei servizi per le nuove generazioni” (a cura di Donata Bianchi e Stefano Ricci e pubblicato nel 2022) si è configurato come utile strumento per sollecitare e dare un contributo alle istituzioni locali, attraverso informazioni utili a comprendere le condizioni in cui vivono i bambini e gli adolescenti nel territorio nazionale al fine di migliorare la capacità di tutela e di effettiva promozione dei diritti dei minori.

Partendo dalla programmazione ossia dal processo di iniziale conoscenza della condizione dell’infanzia e dell’adolescenza alla valutazione finale di esiti e impatti, si giunge a prestare attenzione alla fase di progettazione che prevede la definizione degli obiettivi, azioni e destinatari, nonché i tempi e le risorse necessarie alla realizzazione, attraverso setting molto differenziati.

Sempre più si avverte l’esigenza di attivare processi creativi capaci promuovere nuove opportunità, pensieri, idee e progetti. Oltre gli interventi previsti per bambini valorizzanti la dimensione ludica e gioiosa, si pone grande attenzione ai preadolescenti ai quali sono rivolte azioni per il benessere e per lo sport, attività culturali e musicali, interventi di prevenzione del disagio e delle dipendenze anche attraverso gli sportelli scolastici nelle scuole.

Oggi , più che mai, si recepisce il bisogno di sostenere e promuovere le capacità di auto-organizzazione, autonomia e assunzione di responsabilità da parte degli adolescenti; sostenerli nell’acquisizione sviluppare maggior competenze e conoscenze che siano riconosciute e spendibili nella propria vita formativa e lavorativa, professionale, valorizzare il contesto scolastico come luogo ideativo di progetti che mirino a coinvolgere i territori e il tessuto locale in una prospettiva di utilità sociale e di rafforzamento del legame di cittadinanza.

La vera sfida è nell’attivare modalità innovative di coinvolgimento fra scuola e territorio, valorizzare attraverso i centri territoriali d’aggregazione giovanile la relazione fra giovani e contesto locale sostenere una riflessione e una condivisione sul piano teorico e metodologico rispetto alla programmazione e l’attuazione di interventi rivolti ad adolescenti che abbiano come finalità quella di sostenere e rilanciare le capacità di auto-organizzazione, autonomia e assunzione di responsabilità dei ragazzi.
In tale direzione importante il ruolo riconosciuto al terzo settore. Innovativa la tendenza è la ricerca di nuove ipotesi di co-costruzione e di co-creazione di percorsi educativi, di forme organizzative capaci di garantire un continuum tra le strutture in relazione ai mutamenti delle condizioni delle persone e delle famiglie; soluzioni di governance attualmente imprigionate in una visione aziendalistica e spesso inadeguate alla gestione della complessità.

Un Manuale che restituisce dignità e forza al lavoro sociale che altrimenti rischia di appiattirsi, perdere significato o nella peggiore delle ipotesi non soddisfare le reali necessità dei minori. Ribadisce il valore della cura continuativa delle cose, della realtà, delle relazioni degli infiniti soggetti coinvolti e doverosamente tenuti a fare “ rete” per assicurare risposte adeguate ai i bambini ed agli adolescenti.

Un incisivo invito alla necessaria integrazione tra gli interventi che i servizi prestano all’utenza, alla collaborazione tra servizi della rete di tutela, nel caso si rilevino particolari situazioni di sofferenza, affinché vengano assicurati gli interventi di sostegno o di protezione; alla promozione di reti tese a limitare l’effetto negativo delle misure di isolamento sociale , sullo sviluppo e il benessere di bambini e famiglie.

di Maria Rosaria Ciotola

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