ROMA – La legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 norma gli strumenti compensativi e dispensativi in ambito scolastico per le persone affette da disturbi specifici di apprendimento. Fatta la legge, trovato l’inganno. Un refrain che si ripete spesso nel Belpaese. Questa volta a vedere lesi i propri diritti sono proprio gli studenti affetti da disturbi specifici di apprendimento. Le linee guida che disciplinano le modalità e i contenuti delle prove di accesso ai corsi di laurea e di laurea magistrale negano in sostanza l’utilizzo degli strumenti compensativi quali dizionario, tavola periodica degli elementi, tablet per i test di ammissione all’Università.
Un atto che non solo discrimina gli alunni dislessici che adoperano gli strumenti compensativi durante tutto il percorso scolastico, che di per sé è già grave, ma viola anche la legge vigente in materia.
A farsi portavoce dell’istanze è stata l’associazione “D. S. A. – Dislessia, un limite da superare”, che ha sottolineato quanto sia urgente agire e raggiungere l’obiettivo in tempi brevi, ovvero prima delle prossime prove di ammissione all’Università. Hanno già sottoscritto la petizione online il  sindaco di Napoli Luigi de Magistris, l’assessore al Welfare del Comune di Napoli Roberta Gaeta ed i consiglieri della V Municipalità.

di c.o.

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