di Bianca Bianco

«Perché bandire un concorso per sessanta nuovi fisioterapisti e non per logopedisti o altre figure che aiutano i nostri figli?». Si racchiude anche in questo interrogativo di Claudia Nicchiniello, presidente di Angsa Campania, la battaglia dei genitori e delle associazioni contro i budget all’osso per le terapie destinate ai bambini con autismo. Le famiglie campane affrontano ogni giorno piccoli e soprattutto grandi ostacoli per garantire ai ragazzi un futuro migliore, ma sono troppe le volte che si scontrano con una sorda burocrazia. Quest’estate hanno lottato contro la delibera 131 della Regione, che rimodulava il Piano terapeutico sottraendo ore fondamentali ai ragazzi autistici over 18, stavolta la protesta riguarda quanto accaduto al centro convenzionato Neapolisanit di Ottaviano che si occupa di riabilitazione.

Il caso
Il caso Neapolisanit è scoppiato la scorsa settimana quando i vertici hanno annunciato alle famiglie che le terapie si sarebbero interrotte perché, detto in drastica sintesi, il budget messo a disposizione dalla Regione Campania era finito. Niente soldi, niente terapie per 300 pazienti, la maggior parte dei quali bambini e ragazzi con diagnosi di disturbo dello spettro autistico. E’ come se una botola si fosse aperta sotto i piedi di tanti genitori che, ovviamente, hanno fatto subito sentire la loro voce.

Le polemiche
Alle rimostranze di famiglie, associazioni, sindaci della zona, è  seguita la risposta dell’Asl Napoli 3 Sud che ha assicurato che la situazione non dipende da sforamenti di budget ma da presunte inadempienze del centro di riabilitazione. Tant’è, madri e padri dei pazienti hanno chiesto un incontro e annunciato l’intenzione di rivolgersi finanche ai carabinieri per perorare la causa dei propri cari. Evenienza sinora scongiurata anche grazie all’intervento del sindaco di Ottaviano Luca Capasso: una mediazione che ha portato a un appuntamento cruciale, quello di oggi (mercoledì 6 ottobre) tra vertici dell’Asl vesuviana, Neapolisanit genitori e associazioni.

L’Angsa promette battaglia
«A quell’incontro parteciperà anche l’Angsa Campania – annuncia Claudia Nicchinielloè previsto dalla legge e noi saliremo insieme alle famiglie. Questa è una situazione abnorme: non si possono trattare terapie destinate a bambini con autismo alla stregua di prestazioni come le analisi del sangue. Non è possibile parlare di budget sforati». Il problema centrale, infatti, secondo Nicchiniello, è proprio questo: non subordinare a tetti di spesa destinati a essere superati le cure necessarie per una condizione cronica come l’autismo e privare così centinaia di bambini di un percorso necessario gravando i loro genitori di spese personali impossibili da sostenere soprattutto in un territorio come quello vesuviano. «Mercoledì (oggi ndr) saremo all’incontro – ribadisce – e spiegheremo all’Asl che anche il terzo settore va ascoltato».

«L’abilitazione – continua la presidente di Angsa – è un diritto di cittadinanza e privare dell’abilitazione è una discriminazione».

L’allarme
Nuove risposte dunque verranno fuori dal summit di oggi, ma intanto la vicenda Neapolisanit è un campanello d’allarme per altri centri di riabilitazione e altre Asl. In mezzo, il dolore di famiglie già isolate dalla loro condizione e ora al centro di una situazione burocratica e finanziaria che non fa che aggiungere sconforto nelle loro vite.

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