BARI – Cure mirate con farmaci innovativi e una valida prevenzione possono ridurre i costi socio-sanitari derivanti dall’osteoporosi. Sul tema si confronteranno sabato 8 giugno, a Villa Romanazzi Carducci, dalle ore 8.30 alle 14, cattedratici e medici provenienti da tutta la Puglia, nell’ambito del convegno dal titolo “Il trattamento dell’osteoporosi: nuovi approcci terapeutici”. Obiettivo principale sarà affrontare in maniera critica i risvolti sociali ed economici della patologia e approfondire, oltre ai più recenti metodi terapeutici, le nuove risorse diagnostiche.
L’incontro, organizzato da Meeting Planner, con il contributo non condizionante di Bruno Farmaceutici, azienda italiana vicina al mondo della formazione da diciassette anni e attenta alle esigenze della classe medica, verrà moderato da Giovanni Lapadula, professore ordinario della cattedra di reumatologia dell’Università degli Studi di Bari e presidente dell’evento formativo, che dà diritto a sei crediti formativi ed è rivolto, in particolare, a medici chirurghi specialisti in reumatologia, ortopedia, endocrinologia, continuità assistenziale, geriatria, medicina generale, fisica ed interna. «L’osteoporosi è ormai un problema economico e sociale – spiega il professore Giovanni Lapadula. Nelle popolazioni esiste un difetto di vitamina D, che, necessaria per la corretta mineralizzazione dell’osso, può agire anche nelle malattie autoimmuni. Maviene sottovalutata soprattutto al Sud, dove si pensa che solamente grazie al sole il nostro organismo, attraverso la pelle, sia in grado di sintetizzarla e produrla. Invece non basta. Inoltre – continua – col drastico cambiamento di vita che l’intera popolazione ha subìto nell’epoca moderna, costretta spesso a trascorrere la maggior parte del tempo in ambienti chiusi, anche in soggetti sani si è rilevata una ipovitaminosi D. Nonostante sia presente in alcuni alimenti, l’assunzione di questi non è comunque sufficiente. Errati stili di vita, mancata prevenzione e terapie obsolete in previsione di una progressiva crescita della patologia graveranno sempre più sui costi sanitari di ogni regione». Una patologia sociale la cui diffusione è correlata in gran parte al processo di invecchiamento della popolazione, in particolare femminile