È un menù tutto napoletano quello che un gruppo di donne napoletane, anzi di Forcella, ha preparato per i rappresentanti di quattordici organizzazioni di volontariato arrivati in città da ogni parte del mondo. Ragù, baccalà fritto, salsicce e friarielli, babà, caffè: le chef in gonnella hanno mostrato l’altra faccia di uno dei quartieri più difficili di Napoli. Che, però, ha voglia di riscattarsi. Ecco perché nasce il progetto “Ieri, oggi e domani” nell’ambito del programma “Donne, Integrazione e Periferie” promosso da Fondazione CON IL SUD ed Enel Cuore onlus. Il titolo prende spunto dal film di Vittorio De Sica con protagonista una giovane Sofia Loren nei panni di una venditrice ambulante di sigarette di contrabbando che fa in modo da rimanere perennemente incinta per evitare il carcere. Un episodio che era ambientato proprio nel cuore di Forcella. Donne costrette a portare avanti la famiglia perché mariti, fratelli o figli sono finiti dietro le sbarre o perché un lavoro, da queste parti, è un sogno destinato a rimanere tale nella maggior parte dei casi.
Con “Ieri, oggi e domani”, (il soggetto responsabile è l’associazione Ariete onlus, in partenariato con Anolf Campania, Cooperativa sociale Meti, Cooperativa sociale Ambiente Solidale, Ristorante ‘O Munaciello e l’associazione Prendiamoci per mano onlus) l’obiettivo è creare occupazione per le donne di Forcella, sia napoletane che immigrate. “Il lavoro femminile a Forcella è spesso gestito da famiglie malavitose – dichiarano Mario Massa e Gabriele Miccio, di Meti. Per creare una nuova cultura al femminile nel quartiere occorre partire da un serio intervento nel campo del lavoro.
Il progetto si propone, infatti, di avviare un distretto sociale in rosa, attivando le risorse presenti sul territorio per far nascere tre occasioni di inserimento lavorativo: nella ristorazione, nel riciclo dei rifiuti, nei servizi alla persona. In questa prima fase le partecipanti non hanno solo cucinato, ma hanno imparato a diventare maestre di catering”. “Spesso le donne sono discriminate – afferma Ernestina Cafiero, di Prendiamoci per mano – perché viste soltanto come angeli del focolare. Questo progetto è un’opportunità per dare loro il giusto peso nella società”. Una speranza che emerge dagli occhi di queste donne che si sono rimboccate le maniche mettendosi ai fornelli e accogliendo chi a Forcella non c’era mai stato prima.
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