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Lotta all’omofobia, patto tra associazioni e scuola

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matrimoni-gay-ROMA. La lotta contro l’omofobia si sposta online. Iniziano ad essere diffusi i video degli studenti delle superiori contro la discriminazione verso gli omosessuali, già protagonisti del progetto “Laboratorio Rainbow”, realizzato da Gay Center con il supporto dell’UNAR ,Ufficio nazionale contro le discriminazioni della presidenza del Consiglio dei ministri, e del Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di attuare azioni formative rivolte a studenti e docenti. Con l’intento di combattere il bullismo e le discriminazioni verso le persone lesbiche, gay e trans partendo prima di tutto dall’educazione. Ad essere coinvolti nell’iniziativa sono oltre 20 scuole ed associazioni. Tra i vari risultati raggiunti spicca la produzione di 6 campagne contro l’omofobia realizzate da ragazzi dai 14 ai 18 anni, concretizzate grazie all’attivazione in alcuni istituti di laboratori per gli studenti.
I VIDEO – Con temi diversi, ma concentrando in pochi minuti sempre lo stesso il messaggio, i video affrontano l’omofobia in modo differente, ricorrendo alla metafora sportiva con le squadre di calcio che annullano le differenze, mostrando la violenza che si esprime tra coetanei, affrontando il tema del matrimonio, trattando con delicatezza l’amore, il coming out e la scoperta della propria omosessualità. E’ gia possibile votare i video, resi visibili sulla pagina Facebook “Laboratorio Rainbow” (visitandola all’indirizzo web https://www.facebook.com/laboratoriorainbow) fino al 3 giugno. Successivamente, il 4 giugno saranno valutati da una giuria di qualità e presentati nell’evento che si terra’ presso la sala polifunzionale della presidenza del Consiglio dei ministri.
LA SCUOLA – « La scuola deve essere un posto migliore per tutti. – ha dichiarato il portavoce del Gay center, Fabrizio Marrazzo – Oggi troppo spesso i giovani e anche i giovanissimi sono protagonisti di episodi di violenza e di discriminazione, sia come vittime che come aggressori, come risulta sia dal nostro servizio Gay help line 800-713-713, sia da nostre ricerche effettuate nelle scuole. La scuola è, quindi, il primo luogo dove agire e intervenire in modo concreto parlando alle ragazze e ai ragazzi. Questo progetto è all’avanguardia in Italia perché lo fa attraverso l’interazione e la partecipazione dei più giovani».

di Francesco Adriano De Stefano

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