PALERMO. Si registrano ancora atti intimidatori nei confronti di Pino Maniaci, il combattivo direttore di Telejato. La sua auto e quella del figlio Giovanni sono state danneggiate la notte scorsa a Partinico. Maniaci dagli schermi della sua emittente svolge da anni un’azione di denuncia delle cosche mafiose locali: «Siamo convinti che si tratti dell’azione di alcuni “scassapagghiara” (piccoli balordi, ndr) – commenta lui – più che di un’azione pianificata dalla mafia. Noi diamo notizie che spaziano dai boss a piccoli spacciatori».
COLLEGHI SOLIDALI. Si tratta dell’ennesimo attentato che Maniaci e la sua emittente televisiva subiscono negli ultimi anni: minacce, incendi, aggressioni per mettere sotto silenzio la preziosa attività giornalistica d’inchiesta di Telejato. Al fianco di Maniaci si schiera il mondo dell’informazione. L’Unione nazionale cronisti, in una nota del presidente Guido Columba chiede: «Alle forze dell’ordine e alla magistratura di individuare al più presto i responsabili dell’ennesima intimidazione. Da anni Maniaci è perseguitato per l’attività di libera informazione che conduce attraverso la sua emittente». Solidarietà anche dai cronisti siciliani che con il presidente, Leone Zingales, definisce: «Inquietante la circostanza che l’intimidazione arrivi nel giorno dell’anniversario dell’omicidio di Giuseppe Fava, ucciso a Catania nel 1984 e a due giorni dalle manifestazioni a ricordo del cronista Giuseppe Alfano, ucciso a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1993. I cronisti che svolgono il proprio lavoro con coraggio e puntualità non si fanno intimidire».

di m.d.

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