ROMA- «L’Ikea dovrebbe valutare l’opportunità di vendere in Italia polpette ottenute con carne “Made in Italy” anziche farle viaggiare per migliaia di chilometri in giro per l’Europa con un effetto inquinante per i trasporti e maggiori rischi di frodi dovute alle intermediazioni». E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia della scoperta di carne di cavallo nelle polpette servite nei propri punti vendita dal gruppo Ikea, che ha provveduto al ritiro in 14 Paesi dell’Unione.« Lo scandalo della carne di cavallo ha messo in evidenza – sottolinea la Coldiretti – l’esistenza di un giro vorticoso di partite di carne che si spostano da un capo all’altro dell’Europa attraverso intermediazioni poco trasparenti. Un meccanismo che – precisa la Coldiretti – rende difficile risalire all’origine delle contaminazioni sia per le multinazionali che per le piccole aziende, che dovrebbero invece valutare concretamente l’opportunità di risparmiare sui trasporti per acquistare prodotti locali che offrono maggiori garanzie di qualità e sicurezza alimentare».
AUMENTO RISCHIO FRODI- Secondo i coltivatori diretti, «l’ “horsegate” ha fatto emergere il forte ritardo della legislazione europea di fronte ai rischi di frodi commerciali causati dalla globalizzazione dei mercati che ha drammaticamente legittimato la derubricazione del cibo fino a farlo considerare una merce qualsiasi, come fosse un aspirapolvere o un frigorifero, con effetti che – continua la Coldiretti – rischiano di provocare una rincorsa al ribasso dal punto di vista delle garanzie qualitative e della sicurezza alimentare. Per questo l’attività di controllo deve essere accompagnata – conclude la Coldiretti –  da interventi strutturali come l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per garantire trasparenza negli scambi commerciali e  difendere i consumatori ed i produttori dal rischio di frodi ed inganni».

di Walter Medolla

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