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MODENA – Era il 27 ottobre del 2001 quando la prima pietra dei lavori di costruzione del Centro residenziale di Modena della Lega del Filo d’Oro fu posata, ma l’idea nacque molto prima.Era il sogno di Calisto Fornero, avvocato e papà di un piccolo ospite di uno dei primi Centri della Lega del Filo d’Oro. Oggi, grazie al contributo di tanti, a Modena, s’è inaugurata una nuova casa che va ad aggiungersi a quelle di Osimo, Lesmo, Molfetta e Termini Imerese. Il Centro, una vera residenza per sordociechi e pluriminorati psicosensoriali, è stato concepito e sviluppato per essere un punto di riferimento in Emilia Romagna per le attività di riabilitazione, reinserimento e assistenza. “E’ il coronamento di un lungo percorso, “-ha dichiarato Francesco Marchesi, Presidente Lega del Filo d’Oro – considerato il forte impegno richiesto in questo momento di crisi economica. Oggi più che mai siamo certi di poter continuare il nostro lavoro e migliorare ulteriormente le nostre strutture e i nostri servizi, così da poter offrire sostegno e risposte alle persone che hanno bisogno e alle loro famiglie. Per noi la solidarietà è il fulcro della nostra missione e con questo, che è il quinto Centro della Lega del Filo d’Oro in Italia per sordociechi e pluriminorati psicosensoriali, si realizza un sogno. Il nostro obiettivo è di crescere sempre più così da offrire maggiore sostegno alle persone bisognose e alle loro famiglie. Il volontariato s’inserisce in questo progetto in maniera preponderante, tanto che l’Associazione conta a oggi quasi 500 volontari, che affianco agli operatori specializzati, con passione e impegno, si dedicano alle nostre attività“. All’inaugurazione non poteva mancare Renzo Arbore, testimonial storico della Lega del Filo d’Oro: quale “filo” la lega a quest’associazione da tanti anni?– “ Ho avuto molto successo con il programma Quelli della Notte e mi sono sentito in colpa a reputare quella fortuna solo mia, così ho deciso di sposare una causa ben precisa che a me era particolarmente a cuore. Conosco questa disabilità da vicino e quando ho conosciuto la lega del Filo d’oro, ho pensato a tutte queste persone che non possono comunicare ed io che della comunicazione, invece, ne avevo goduto tanto e fatto anche la mia fortuna, così ho deciso che potevo essere utile proprio a loro. La solidarietà è un gran concetto, che va introdotto nella nostra cultura. Viviamo in un’epoca di consumismo sfrenato, persino io che sono un filoamericano, reputo ciò troppo eccessivo. Invito i media a occuparsi più spesso delle associazioni di volontariato. Ci sono tanti volontari, grazie a Dio, che non sono mai notati, si celebrano le malefatte, perché fanno audience, io invece auspico a un Tg delle Benefatte, a un lavoro di propaganda della bontà, della solidarietà”.

di Paola Amore

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