il_registaTORINO. Comincia con un annuncio affisso all’ingresso di un ufficio: ”Dal 1 febbraio, il drop-in di via Pacini sarà definitivamente chiuso”. Si tratta di “Non ci sono più soldi”, il documentario presentato al cinema Massimo di Torino, che racconta la crisi del volontariato “di strada” nel capoluogo sabaudo. Diretto da Sergio Fregnachino, Susanna Ronconi e Angelo Artuffo, il film denuncia i tagli e le grosse difficoltà che gravano sui cosiddetti servizi “a bassa soglia”, come i drop-in, le unità di strada o i dormitori. Strutture pensate inizialmente per i tossicodipendenti, che negli ultimi anni hanno finito invece per assistere una fetta di popolazione molto più ampia, composta da disoccupati, senzatetto e da tutti quei cittadini che la crisi economica ha forzatamente incasellato sotto la dicitura di “nuovi poveri”. “Su questa realtà abbiamo avuto uno sguardo privilegiato” spiega Sergio Fergnachino, fondatore, con Angelo Artuffo e Susanna Ronconi, del collettivo Videocommunity. “Da anni Susanna lavora nel coordinamento operatori a bassa soglia (Cobs) e proprio per questo ha sentito la necessità di raccontare quanto stava succedendo, in termini di tagli e riduzioni”. In cinquanta minuti, attraverso le voci di utenti e operatori, i registi ricompongono l’articolata mappa dei servizi di strada in uno dei comuni più indebitati d’Italia: i drop-in di Collegno, via Pacini e Corso Svizzera; il dormitorio “Endurance” di Rivoli, un vecchio autobus trasformato in dormitorio; e l’Unità di strada di Torino, un altro autobus che trasporta per le vie della città i volontari. Un mondo, questo, che ha dovuto adeguarsi a forme di disagio sempre più complesse e stratificate, proprio mentre la crisi erodeva risorse e personale. “La bassa soglia – spiega ai registi Manuela Dorella, psicologa nel drop-in di corso Svizzera – è una realtà dove possono transitare persone che hanno tanti tipi di sofferenza. Una volta noi eravamo la porta d’accesso ad altri servizi: ora sembra siamo rimasti soli.” I racconti vengono fatti in prima persona anche da utenti ed ex utenti: come Alessandro, ospite dell’ “Endurance”, che si è ammalato di diabete proprio mentre viveva in strada; Angela e Gabriele, redattori di “Polvere”, giornale gestito da ex tossicodipendenti. “Quello che vorrei sottolineare – conclude Fergnachino – è che abbiamo potuto mostrare solo una parte di questo mondo. La realizzazione del progetto ha richiesto all’incirca un anno, e nell’ultimo periodo ci sono arrivate richieste da molte associazioni che volevano partecipare. Per esigenze tecniche, non abbiamo potuto includerle nel documentario; ma quella dei servizi a bassa soglia è una realtà molto ampia, che oggi rischia di chiudere perché in tempi di crisi le amministrazione preferiscono tagliare.”
PER SAPERNE DI PIU’
http://www.videocommunity.net

di Mirella D’Ambrosio

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