gioco azzardoROMA-  “Prevenire è meglio che curare” come dice il proverbio. Conoscere, sapere, informare sui rischi che si corrono praticando il gioco d’azzardo è il primo passo per cautelare l’intera società. Gratta e vinci, estrazioni del Lotto e del Superenalotto, AVP, Gioco Online, VLT – tanto per citare alcuni giochi d’azzardo – non rispecchiano la definizione di gioco che troviamo sui dizionari. Sul Treccani, ad esempio, possiamo leggere: “Si considera gioco, qualsiasi attività, liberamente scelta, a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini e adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando, nello stesso tempo, capacità fisiche, manuali e intellettive”. Questo è il concetto intrinseco di gioco e tale dovrebbe restare. Nulla a che vedere con il “gioco d’azzardo” che in Italia non conosce crisi: gli ultimi dati attestano un incremento degli italiani con il “vizio del gioco” (oltre 15 milioni, di cui 3 milioni sono a rischio di sviluppare dipendenza), soprattutto tra la popolazione di ceto medio-basso e tra i giovani, che rischiano di sviluppare una forte dipendenza dal gioco e di entrare nel tunnel dell’indebitamento, con parenti e amici – quando va bene – con le banche, il mondo della criminalità e l’usura, nelle peggiori ipotesi. E’ per questo che il prossimo 19 novembre 2013 presso la Sede di Roma CESV – SPES, Centro di Servizio per Volontariato del Lazio – sito in Via Liberiana, 17 – si svolgerà il convegno di presentazione del progetto ideato dall’Arciragazzi Comitato di Roma onlus e promosso dalla SPES, IL GIOCO NON VALE LA CANDELA, CONOSCERE E PREVENIRE LA DIPENDENZA DEL GIOCO D’AZZARDO, che attraverso un pamphlet curato dallo scrittore Ennio Peres e da un video realizzato dai giovani della 3A e 3D dell’Istituto Comprensivo “Giorgio Perlasca” di Roma, focalizzerà l’attenzione sulle grandi problematiche del gioco d’azzardo. L’abitudine ossessiva al gioco d’azzardo può infatti generare una vera e propria dipendenza: occorre prevenire e spiegare, soprattutto ai giovani, i rischi che si corrono a praticare queste attività “sempre in perdita”. Informare per mettere in guardia i ragazzi, gli adulti e la società sui pericoli che ne derivano è il primo step per sconfiggere questo “grande nemico” che ha già colpito troppe persone.

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