immigratiBARI –  La loro esperienza di migranti al servizio degli altri cittadini stranieri. Specialmente di chi è arrivato da poco in Italia, di chi vive in condizione di fragilità sociale, di chi fa fatica a trovare casa, lavoro, ad accedere ai servizi sanitari. Parlano quasi tutte le lingue del mondo. Arrivano da Albania, Marocco, Afghanistan, Iran, Somalia, Senegal, Costa d’Avorio, Polonia. Sono i 18 rappresentati migranti che vivono in Puglia e che sono stati nominati nella Consulta Regionale per l’integrazione degli immigrati, l’organismo che ha il compito di formulare proposte, esprimere pareri, dare suggerimenti sulle tematiche migratorie. I loro nomi sono stati proposti all’Ufficio Immigrazione dell’assessorato regionale alle Politiche Giovanili direttamente dalle oltre cinquanta associazioni che si occupano di migrazione iscritte nel Registro regionale. E rappresentano i migranti di tutte le comunità, delle sei province pugliesi.
LA CONSULTA. La Consulta, prevista dall’articolo 7 della Legge regionale “Norme per l’accoglienza, la convivenza civile e l’integrazione degli immigrati in Puglia”, è stata designata sulla base della popolazione migrante residente: per la provincia di Foggia, ad esempio, sono previsti 4 rappresentanti; 6 per Bari; 2 per Taranto; 3 per Lecce; 2 per Barletta-Andria-Trani; 1 per Brindisi. E nei giorni scorsi, si è svolto a Bari il primo incontro della Consulta della quale fanno parte, fra gli altri, anche rappresentanti delle camere di commercio, dell’ufficio scolastico regionale, delle organizzazioni sindacali, del terzo settore, dell’amministrazione penitenziaria, del centro per la giustizia minorile, delle università pubbliche pugliesi.
LE PROPOSTE. «I problemi sono tanti e complessi, per questo la Consulta può diventare un ottimo strumento di partecipazione e di condivisione per provare a risolvere i disagi dei cittadini stranieri. Perché solo un migrante può conoscere bene le reali esigenze di un altro migrante» spiega Coulybaly Lassina, della Costa d’Avorio, da più vent’anni a Foggia, che ha partecipato al primo incontro in rappresentanza del territorio dauno. «Uno dei primi passi da fare per favorire una piena integrazione – prosegue Coulybaly – è di rendere l’immigrato autonomo, indipendente. Per questo, alla fase di orientamento va affiancata l’apprendimento della lingua italiana e la necessità di inserire la persona in percorsi di formazione lavorativa». Consigli, pareri e proposte, dunque, finalizzate a migliorare il livello di integrazione degli immigrati e la qualità della loro vita. Del resto, la Consulta avrà un ruolo importante anche nella programmazione regionale e nei provvedimenti di legge in favore dei migranti. A partire dai bisogni alloggiativi ed igienico-sanitario, considerato che d’estate in alcune zone della Puglia, con l’arrivo della raccolta dei campi, i braccianti agricoli stranieri sono costretti a vivere in malandati villaggi di cartone, privi di servizi e sotto lo schiaffo dei caporali.

di Emiliano Moccia

 
 

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