NAPOLI- Il 26 Giugno scorso Barack Obama twittava #LoveWins, annunciando un grande passo verso l’uguaglianza: il diritto al matrimonio per coppie gay e lesbiche. Da allora, siccome qui in Italia nulla è stato fatto o chiaramente detto in merito, migliaia di omosessuali continuano ad attendere delle risposte, di veder riconosciute le Unioni civili. La difesa dell’amore verso una persona dello stesso sesso risale all’antica Grecia, se ne trovano tracce a cominciare dal “Simposio” di Platone eppure, ad oggi, nessuno dei politici che siede in Parlamento sembra aver concretamente preso a cuore la questione. Restando in ambito letterario non si può non ricordare “Maurice”, il primo romanzo di Edward Morgan Forster ,ma pubblicato postumo, nel 1971. Un capolavoro della giovinezza in cui il venerato autore di “Passaggio in India” racconta il graduale risveglio emozionale e sessuale di Maurice Hall: borghese appartenente all’intransigente società londinese dei primi anni del Novecento.

Dopo l’iscrizione all’università di Cambridge la vita di Maurice prenderà una piega che mai avrebbe immaginato. La frequentazione con Clive Durham, intellettuale cui visione dell’omosessualità è del tutto idealizzata, lo condurrà verso una nuova consapevolezza di se stesso, del suo amore incondizionato verso gli uomini. I due intratterranno una relazione platonica fino a quando Clive, sedotto dalle convenzioni sociali dell’epoca, deciderà di passare dall’altra parte: sposerà Anne, tradendo la fiducia di Maurice e quella parte del suo vero io che gli fa troppa paura. Terzo protagonista maschile della storia è Alec Scudder: guardiacaccia che lavora a Penge, tenuta di cui proprio Clive è proprietario. In una notte di «travaglio fisico» Maurice e Alec si doneranno l’uno all’altro senza riserbo, celebrando la stessa carnalità che Clive ha respinto. L’epilogo è una difesa del matrimonio non come istituzione sociale ma come vento di cambiamento e opposizione: libertà, accettazione, due uomini che possono sfidare il mondo sono i concetti chiave che soggiacciono al testo.

Per tutti questi motivi “Maurice” rimase nel cassetto di Forster per cinquantasette lunghi anni, anche in seguito alla decriminalizzazione dell’omosessualità avvenuta nel 1967. Passata la paura della prigione l’autore temette la reazione critica che la pubblicazione del romanzo avrebbe sicuramente innescato in tutti quelli che, sino a dopo la sua morte, ne ignoravano l’orientamento gay. Leggere “Maurice”, un modello di decoro e tenerezza, di amore leale che non scade mai nell’oscenità, potrebbe sensibilizzare quella fetta di politica e opinione pubblica fossilizzata in convinzioni ormai obsolete, che gran parte del mondo condanna. Il linguaggio di Forster, inoltre, è squisitamente allusivo, è una continua epifania che da Joyce in poi consegna al lettore rivelazioni improvvise: due individui dello stesso sesso possono amarsi e rispettarsi come tutti gli altri, nei secoli dei secoli, Amen.

di Francesca Coppola

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