identita1NAPOLI – «Quando leggo storie del genere chiudo gli occhi e immagino di dovermi trovare anche solo per un istante in una di queste condizioni. Cosa si prova? Come ci si sente? Provo ad immedesimarmi in queste donne e le loro emozioni mi arrivano come un pugno nello stomaco». Lo scrive Cinzia Cordella nelle sue note di regia a “Identità migranti”, lo spettacolo andato in scena al Nuovo Teatro Sanità di Napoli che lei stessa ha scritto.

TESTIMONIANZE – “Identità migranti” raccoglie e propone allo spettatore voci di donne, testimonianze di mondi diversi che si ritrovano in Italia: Catrina, Hazika, Naga e Faiza sono straniere, migranti appunto, che esprimono la loro forza, la loro vita piena di difficoltà, la loro voglia di riscatto. Con le musiche eseguite dall’ensemble “Armoniche Sintonie” e scritte da Momo (nome d’arte di Simona Cipollone), le storie delle quattro donne si intrecciano fino a somigliarsi e alla fine rispondono alla stessa esigenza: «provare a capire come ci si sente, in quanto donna, quando si nasce sotto una così cattiva stella», per dirla con Cinzia Cordella.

di Francesco Gravetti@FGravetti

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