welfareROMA. Un decreto last minute, che serve a recuperare tre miliardi e mezzo in tre anni dai trasferimenti alle Regioni: lo starebbe studiando il governo Monti, ma la sola ipotesi fa già insorgere assessori regionali e sindaci. Soprattutto al Sud, la scure dell’esecutivo finirebbe per abbattersi sui fondi per il sociale. Ed è già mobilitazione. Spiega Ermanno Russo, titolare in Campania della delega all’assistenza sociale: «Considerato che gli unici trasferimenti che le Regioni attendono per il 2013 sono quelli relativi al Fondo Nazionale Politiche Sociali, per la Campania 29 milioni di euro, e al Fondo per la Non Autosufficienza, alla Campania spettano 23 milioni di euro, c’è da essere seriamente preoccupati. Un decreto di questo tipo suonerebbe come l’ennesima beffa da parte di questo Governo all’indirizzo di chi soffre e necessita di servizi».
MARCIA INDIETRO. Russo parla esplicitamente di retromarcia del professor Monti e del suo esecutivo: «Dopo una lunghissima e faticosa trattativa con il Governo, rappresentato dal ministro Fornero, che è stata condotta gomito a gomito con il presidente della Conferenza delle Regioni Errani, e dopo esser riusciti a strappare una somma minima, sicuramente inadeguata ma quantomeno utile a fronteggiare le emergenze più gravi, ora l’esecutivo Monti pensa di fare un clamoroso passo indietro sul welfare ed esporre le Regioni ad un vero e proprio linciaggio mediatico. L’intesa infatti è già stata annunciata ad operatori e cittadini, dal momento che lo scorso 24 gennaio è stato raggiunto l’accordo nella Conferenza Stato-Regioni». Contro il possibile nuovo decreto, anche l’assessore al Welfare della Puglia, Elena Gentile, protesta: ha scritto una nota al presidente delle Conferenza delle Regioni Vasco Errani manifestando tutta la sua preoccupazione: «È finito il tempo dei tagli. È ora di tornare ad investire sulle fasce deboli oggi in sofferenza, equilibrando gli sprechi esistenti in altri comparti. Se il recupero di quei 3 miliardi di euro passa dai 300 milioni del Fondo Sociale o i 275 del Fondo per la Non Autosufficienza, si rischia di mettere in ginocchio l’intero welfare regionale, con il possibile azzeramento dell’intero sistema».

di Francesco Gravetti

 
 

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