NAPOLI- «Sono tantissimi i casi che mi hanno toccato il cuore. Uno, per esempio, è quello di una donna che rischiava di perdere i suoi bambini per inagibilità dell’abitazione in cui viveva. Ha chiesto aiuto al gruppo e questo ha subito raccolto il grido di aiuto.  I membri si  sono auto-organizzati e muratori, elettricisti, operai hanno  svolto il loro lavoro gratuitamente. Nel giro di un mese l’appartamento era come nuovo». A raccontare questa  storia di speranza e solidarietà è Sergio Colella, bancario napoletano, ideatore, insieme alla moglie Rosanna Terracciano, del gruppo chiuso facebook  “S.o.s amici, aiutiamoci tra di noi”. Uno  spazio che è sin da subito diventato un’ onda anomala di solidarietà e condivisione, raggiungendo nel giro di poco tempo circa 55.000 iscritti. «Le richieste- prosegue Colella- sono tra le più disparate: vanno dalla compagnia, e nel periodo natalizio tanti sono stati i membri che hanno offerto ai più soli la propria disponibilità ed accoglienza, all’aiuto concreto a famiglie bisognose. Raccolte alimentari, collette di giocattoli per bimbi, donazioni di sangue, aiuto ai senzatetto, agli anziani, ai disagiati, agli animali.   Siamo un welfare dal basso operativo».
In tanti, più di 500,  hanno anche trovato lavoro: badanti, falegnami, segretarie, commesse ed altro,  come testimonia Lidia: « Mio marito è stato licenziato nel 2016, a causa del fallimento della  società per cui operava. All’improvviso fummo assaliti dal vuoto, dal senso di inutilità: perdere un lavoro nel quale credevi e hai investito tanto, è un lutto. Decisi, dunque, di inserire un annuncio su “Sos amici” proponendolo come  elettrotecnico e tuttofare. Detto fatto. Ha ricominciato nel giro di poco tempo a lavorare facendosi subito conoscere ed avendo degli ottimi riscontri. Sono stati la nostra salvezza. Grazie a loro un uomo ha ritrovato la sua dignità». «Sono stato sull’orlo della chiusura- afferma invece Mauro- e grazie ai clienti trovati su “S.O.S” la mia condizione si è notevolmente risollevata». La pagina si propone anche di risolvere problemi di vario genere: chi cerca casa e chi la offre, chi regala cose, chi ha necessità di riparare oggetti. E ci sono anche professionisti quali ingegneri, avvocati, medici che rispondono alle domande e ai dubbi dei membri. Il tutto sempre gratuitamente.
COME UNA FAMIGLIA- Una comunità virtuale che  si definisce una grande “famiglia allargata” in grado di sostenersi e prendersi cura uno dell’altro, pur non conoscendosi. «Il virtuale- sostiene Colella- spesso in questi casi è più attivo del reale. Le persone con problematiche spesso sono intimorite, chiedere mettendoci la faccia, spesso pesa, e qui interveniamo noi». Una favola 2.0 che ogni giorno colleziona un lieto fine. « Mi hanno iscritta -scrive Francesca- in un momento per me non bello. Crisi familiare, dissidi e forte depressione. Ho subito voluto condividere la mia sofferenza con il gruppo.  Ho ricevuto testimonianze di persone che non conoscevo, confrontandomi e sentendomi meno sola, qualcuno mi ha anche telefonato. E’ il mio porto sicuro».

di Carmela Cassese

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