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Tappa a Napoli per la Carovana della Pace delle ACLI: «Bisogna essere costruttori di pace»

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La Carovana della Pace ha fatto tappa a Napoli, con un incontro organizzato dalle Acli al Museo della Pace di via Agostino De Pretis, in un giorno particolare per la città: il 19 settembre, quando i fedeli aspettano il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Un momento di confronto, alla presenza dei rappresentanti del mondo cattolico, del terzo settore, dell’associazionismo, dei sindacati.
Le parole di don Mimmo- A miracolo avvenuto, il cardinale don Mimmo Battaglia, arcivescovo metropolita della Diocesi di Napoli, nella sua omelia al Duomo è stato chiaro. “Ascolta, Israele: cessino gli assedi che tolgono pane e acqua; cessino i colpi che sbriciolano case e infanzie; cessino le rappresaglie che scambiano la sicurezza con lo schiacciamento, cessi l’invasione che soffoca ogni speranza di pace. La sicurezza che calpesta un popolo non è sicurezza: è un incendio che, prima o poi, brucia la mano che credeva di domarlo. Sorelle e fratelli, Napoli, nonostante le sue ferite, è città di pace. E da questa città affacciata sul mediterraneo vorrei si generasse un movimento di speranza e di pace’’. E poi ancora. “Il sangue di Gennaro non è un talismano: è un appello. San Gennaro, Guarda la Palestina, guarda l’Ucraina, guarda i Sud del mondo: quanti non hanno più lacrime e ci prestano i loro occhi. Fa’ che la pace non sia uno slogan, ma una pratica’’. E da queste parole che sono partite le riflessioni dell’incontro al Museo della Pace.
Gli interventi- Tante le riflessioni all’iniziativa di venerdì che ha accolto la carovana, partita il 2 settembre da Palermo e che si concluderà il prossimo 15 dicembre all’Assemblea straordinaria del Parlamento europeo di Strasburgo. Pierangelo Milesi, vicepresidente nazionale delle Acli con delega alla pace ha ricordato come il claime di questa iniziativa sia «Peace at work, che una tappa a Napoli nel giorno di San Gennaro. Ci fa piacere essere qui al museo della pace. La pace in costruzione, è una questione di artigianato Ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte ogni giorno e nella propria dimensione spirituale, è inaccettabile quanto sta accadendo» anzitutto in Palestina ma non solo. Per Michele Capasso, presidente del Museo della Pace, l’incontro con la carovana della pace ha rappresentato «un momento importante, che non poteva non essere ospitato qui che da quarant’anni è il simbolo della pace. Non bisogna trovare la via della pace, la pace è la via e la strada – aggiunge Capasso – In quarant’anni abbiamo spesso messo insieme le varie parti per costruire un dialogo vero e concreto. In questo momento gli Stati Uniti del mondo (rappresentati all’interno del museo con sede in via Agostino De Pretis ndr.) sono costituiti da 181 Paesi e da 16.000 organismi della società civili stanno dando voce della testimonianza come atto di pace. Stiamo realizzando simboli in tutti il mondo dedicati alle madri dei bambini morti in guerra, morti per fame, alle madri ad esempio delle vittime di mafia e della criminalità organizzata e che con la propria testimonianza può tutelare i valori fondamentali dell’umanità». Secondo il presidente delle Acli Metropolitane di Napoli, Umberto Cristadoro, «l’arrivo a Napoli della carovana è una tappa importante della marcia della pace di Assisi, Napoli è una città simbolica, ci sono tante etnie, genialità e contraddizioni ma dove la pace è radicata in modo forte». «Don Mimmo – le parole della direttrice della Caritas di Napoli suor Marisa Pitrella – ci ha richiamato a essere costruttori di pace, essere donne e uomini che non possono più stare fermi a guardare quello che sta accadendo ma che si sporcano le mani. La pace inizia già dalle nostre famiglie, nel nostro Paese e nelle nostre città. Dobbiamo costruire relazioni belle perché la pace non è solo giustizia ma è molto di più: è fraternità. Dobbiamo tutti insieme lavorare perché ognuno di noi possa mettersi in campo con il linguaggio, con le azioni, per costruire per essere Artigiani di Pace per costruire un mondo di fraternità per costruire la pace». Non così dissimile la riflessione di don segretario dell’arcivescovo di Napoli. Don Mimmo Battaglia «ha fatto una denuncia fortissima rispetto alle ipocrisie sulla pace, forte la testimonianza di padre Romanelli su Gaza. Una pace senza giustizia, non ci può essere e riguarda anche il lavoro come libertà e così si parametra anche il livello di giustizia e quindi di pace».
Le altre posizioni- «La pace è diventata qualcosa di auspicabile, comunque e dovunque. Vediamo gente scappata terrorizzata e bambini morti sotto le bombe. Abbiamo trascurato la pace, è invece emersa in modo dirompente la pace e si rischia di diventare anche un mondo in cui si è l’uno contro gli altri». A dirlo Francesco Dandolo, rappresentante della Comunità di Sant’Egidio aggiungendo: «Bisogna costruire dal basso in modo solidale e pacifica, per esempio accogliendo chi scappa dalla guerra. La comunità di Sant’Egidio ha attivato i canali proprio per questo, sono arrivati 8000 profughi da Gaza, la metà bambini». Secondo Giovampaolo Gaudino, portavoce Forum Terzo Settore, «il compito del nostro mondo è costruire dei legami sempre più forti, anche in situazioni di fragilità per non creare distanze, anzi ridurre. La pace si costruisce giorno per giorno, creando legami».
Il mondo del lavoro- Presenti anche i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil. «Quando le Acli ci hanno chiamato in qualche modo, abbiamo detto subito sì. Sono le ore della retorica sulla sicurezza, della pace, della parte, c’è in atto un genocidio. Questa carovana non poteva che vedere insieme il mondo del lavoro e delle associazioni» ha detto Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania. «L’omelia del Cardinale Battaglia ha toccato tutti e speriamo tocchi la coscienza di chi ha creato questo conflitto e crei tocchi quelle coscienze sane e che si faccia in modo di fermare questa guerra. Il terrorismo di Hamas non può scatenare una guerra che Israele sta facendo ricadere le sofferenze sui bambini», così Massimo Imparato, segretario Cisl Napoli. Infine Giovanni Sgambati, segretario Uil Napoli e Campania. «Ogni iniziativa è fondamentale. L’ha detto in modo esplicito monsignor Battaglia, che ha veramente sferzato che ognuno si assuma le responsabilità. Auspichiamo lo facciano anche le forze del lavoro, noi della Uil la stiamo facendo con una sottoscrizione per la parrocchia di Gaza. Pace in Palestina, in Ucraina e in ogni parte del mondo».
di Antonio Sabbatino