NAPOLI – Favorire l’inclusione attraverso la lettura. È questo l’obiettivo di Tadà, l’applicazione presentata nella sala consiliare della V Municipalità di Napoli. Alla presenza di Luisa Russo, Responsabile del Centro per la Salute Mentale in età evolutiva dell’Asl Napoli1, da anni impegnata in progetti di inclusione che coinvolgono bambini autistici, è stata presentata al pubblico l’applicazione Tadà (disponibile su Pc e dispositivi iOS e Android) che consente anche ai bambini con disordini dello sviluppo di leggere, ascoltare, guardare, sfogliare e comprendere una storia con la possibilità di approfondirla con giochi ed esperienze interattive. Attraverso suoni e disegni e sfruttando le ultime tecnologie, è stata creato per la prima volta uno strumento digitale in grado di coinvolgere nella lettura anche bambini con bisogni comunicativi complessi. Tadà rappresenta una scommessa tutta napoletana. Napoletani, infatti, sono il team scientifico (guidato dalla neuropsichiatra infantile Maria Antonietta Liccardi e dalla neuropsicomotricista Lucia Avino) ed il gruppo di sviluppatori dell’applicazione (la start-up “Gate42” di Torre del Greco). L’applicazione consiste in storie digitali animate, raccontate dai simboli, parole scritte, animazioni dei personaggi e dalla voce narrante, con la possibilità di registrare audio personalizzati del racconto, magari con la voce di un genitore o di un educatore.
«Il principio che ha mosso la nostra iniziativa è che a tutti i bambini piace leggere e tutti i bambini devono essere liberi di leggere – dice la neuropsichiatra infantile Maria Antonietta Liccardi – Partendo dall’esperienza con i libri modificati, in questo progetto sono stati messi anni di lavoro a contatto con i bambini per creare uno strumento utile in ambito riabilitativo, familiare ed educativo. Tadà, infatti, rappresenta uno strumento didatticamente inclusivo che sarà proposto anche nelle scuole».
«Lavorando in ambito terapeutico e preventivo, abbiamo raccolto numerose esperienze sui vantaggi che la lettura in simboli offre allo sviluppo del bambino – spiega la neuropsicomotricista Lucia Avino – Per anni, l’unico modo per portare l’esperienza della lettura al di fuori dell’ambito terapeutico era condividere con genitori e insegnanti lenormi pacchi di fotocopie. Con questa applicazione, invece, si offre uno strumento altamente inclusivo per il bambino con bisogni comunicativi complessi e fortemente motivante per tutti i bambini».
Nel 2016, Tadà vinse un concorso che consentì l’accesso del progetto alla piattaforma di crowdfounding di Tim. A distanza di meno di due anni, anche con i circa 20mila euro raccolti, si è giunti allo sviluppo completo dell’app: «È stato un lavoro che abbiamo curato dalla A alla Z: in questi mesi, siamo stati impegnati sia per la programmazione dell’applicazione, che per la realizzazione dei disegni delle storie o per le registrazioni in studio degli audio – dice Giuliano Orsino, Ceo di Gate42 – Quando eravamo bambini, “tadà” era l’esclamazione che accompagnava il colpo di scena, l’attimo prima della sorpresa. Abbiamo scelto di chiamare così la nostra applicazione perché speriamo possa essere questa la reazione di ogni bambino quando gli si spalancano le porte del fantastico mondo della lettura».

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