di Luca Mattiucci*

NAPOLI – L’essere umano, è cosa nota, viene visto dalla scienza economica come un individuo i cui bisogni, siano essi superflui o primari, sono pressoché insaziabili. E’ vero anche, però, che, complice la crisi, il trend di dei consumi,sino a qualche anno fa, all’apparenza inarrestabile, ha iniziato a mostrare la sua flessione. E’ il caso del Sud Italia dove la Calabria ha ridotto i consumi del 4,2% tra il 2009 ed il 2011, la Puglia del 3,6%, la Sicilia del 3,2% e la Campania del 3,0% (fonte ConfComm). Previsioni che, a voler essere ottimisti,si annunciano più nefaste per il 2012-2013. Ma come reagire al consumismo sfrenato?La risposta arriva con la primavera, quando ci si trova di fronte al fatidico “cambio di stagione”: vestiti, scarpe, accessori che non immaginavamo di aver conservato saltano fuori e ci spingono a chiederci “Li getto o li conservo?”.Ma la frase, visti i tempi, sembra tronca. Sono, infatti, diverse decine le realtà in tutto il Sud che si sono organizzate per “rimettere in circolo” il superfluo. E sono sempre più le persone che, nel recente passato, hanno iniziato ad alimentare questo mercato.

LA RICERCA – A fotografare il Sud riciclone è un’indagine dell’organizzazione Pegaso che ha analizzato in 2500 interviste i diversi fenomeni di “scambio” sia per la domanda che per l’offerta, dall’economia domestica sino agli scambi tra aziende. Tra queste ultime, ad esempio, sembra fiorente il mercato del bartering,  un sistema di baratto che consiste nello scambio di beni e servizi tra aziende che aderiscono al circuito. Qualche dato?Solo nel 2011 la BexB che conta sedi a Napoli e Bari ha gestito intermediazioni per 72 mln di euro. Sempre nel 2011 è nato tra Campania e Lazio il network www.cambiomerci.com che nel giro di pochi mesi ha affiliato 200 aziende e mira a quota mille per fine 2012. Ed ancora gli scambi di tempo per le mamme che lavorano e vogliono sapere al sicuro i loro piccoli (www.mom-woman.com) o le classiche “banche del tempo” dove reperire un idraulico a costo zero (www.tempomat.it). Insomma, le vie del baratto sembrano infinite e se per i Campani il riuso appare prioritario (43%), anche la Sicilia non scherza (38%), la Basilicata e la Puglia tengono il passo (32%)come Calabria e Sardegna (21%). A dire, poi, che se la domanda esiste anche l’offerta non manca, l’ultimo esempio arriva con la 32°esima Fiera del Baratto e dell’Usato dell’associazione Bidonville di Napoli che ha totalizzato 30mila presenze e2mila espositori (www.villaggiodelriciclaggio.org). Oggetti barattati? Di tutto: dalla bicicletta, al clarinetto sino al frigo. Scambio senza denaro tutto l’anno, poi, con www.zerorelativo.it, il portale nato 2006 e che oggi conta 86mila azioni.

IL PROGETTO – Ma l’inventiva  degli “zero moneta” non finisce qui come dimostra il progetto BeBeB, ovvero bed,breakfast e baratto. Una terza B aggiunta in
Sardegna dove ha preso vita quattro anni fa l’iniziativa di Alfredo Meschi.Fu lui a mettere a disposizione le camere del suo BeB facendosi “ripagare” l’ospitalità con altri beni o dando una mano a tenere in buone condizioni la struttura. Di lì poi la nascita del portale www.lasettimanadelbaratto.it  che all’inizio offriva per sette giorni l’anno BeB in tutta Italia disposti ad ospitare dietro scambio di beni o servizi. Sino a trasformarsi in un appuntamento che si rinnova tutto l’anno e che conta, solo al Sud, ben 246 strutture ricettive inclini al baratto. Una buona idea per chi magari in estate vuol risparmiare e potrebbe cavarsela anche solo con una vecchia macchina da scrivere.

*estratto da Corriere Economia del 21 maggio 2012

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