Un ciclo di incontri da Nord a Sud basato sulla ricerca di soluzioni in favore dei giovani protagonisti di incontri, approfondimenti, riflessioni. Una messa a confronto tra ragazzi di realtà e background differenti, dalle idee ed esperienze variegate per meglio elaborare le priorità dei in favore della costruzione del futuro dei ragazzi. Priorità, in ambito sociale anzitutto, ma anche di prospettive lavorative, da inoltrare, chiedendone il soddisfacimento, ai decisori politici a livello locale, regionale e nazionale. Questo e molto altro ha promosso il progetto Stima – Siamo tutti Importanti e Meritevoli di Ascolto Dialogo delle comunità periferiche con i decisori –  finanziato dal programma Erasmus+ e implementato dall’Associazione Agenzia per la Promozione dei Giovani, in partenariato con: l’Associazione di Promozione Sociale Cilento Youth Union, Europiamo Ets e Aegee Brescia, insieme ai Comuni di Bojano, Alpignano e Ragusa. Protagonisti i ragazzi e di chi opera nel terzo settore in 5 differenti Focus Group locali (in Molise, Piemonte, Lombardia, Campania e Sicilia nei Comuni di Bojano, Alpignano, Tortorella, Gavardo e Ragusa). L’epilogo dei Focus Group, a un mese dall’inizio lo scorso weekend a Napoli con la Conferenza sul Futuro delle Politiche Giovanili celebratasi tra il 2 e l’8 maggio. Momenti cardine di confronto, le tavole rotonde all’Istituto Salesiani di via Don Bosco alla presenza di decine di ragazzi, del vicecapo di gabinetto del Ministero per le Politiche Giovanili Daniele Frongia, eurodeputati, parlamentari, membri del Consiglio Nazionale Giovani e della direttrice del Csv Napoli Giovanna De Rosa.

I 5 Focus Group – Tra le priorità dei 5 Focus Group quella di fornire ai giovani partecipanti conoscenze sulla partecipazione giovanile e i suoi strumenti con riferimento alla “Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita locale e regionale” e le sue implementazioni, nonché sui concetti di “policy” e “advocacy” (patrimonio e protezione di sviluppare le campagne) inoltrando ai rappresentanti istituzionali proposte che possano facilitare ai giovani laureati e impegnati nel sociale a trovare la propria strada. Nella Conferenza sul Futuro delle Politiche Giovanili di Napoli ampio spazio alla promozione dello scambio di idee, al dialogo e alle buone pratiche sulla partecipazione giovanile tra territori diversi. Al confronto con i decisori a livello locale, regionale e nazionale con la richiesta di assumere concreti impegni sul soddisfare le esigenze dei vari territori. La pianificazione di ulteriori azioni di promozione rispetto alla partecipazione giovanile al progetto Stima.

Parola ai ragazzi –Percorsi di studio variegati, provenienze diverse ma una quasi univocità nelle esigenze espresse: la politica italiana, le istituzioni devono sostenere con strumenti legislativi e con risorse chi è impegnato nel terzo settore, chi vuole sviluppare una progettualità lavorativa, chi desidera mettere a frutto la propria creatività. «Speriamo che l’ascolto che i politici ci hanno riservato si trasformi quanto prima in un’assunzione concreta di impegno incontrando chi ha promosso idee» le parole del presidente dell’associazione politico-culturale Creazione Giovane a Ragusa Ismael Giovanni Scribano per il quale «lo Stato non appoggia le politiche giovani con i finanziamenti. Gli stranieri che incontro spesso si sorprendono di questa mancanza di retribuzione delle Politiche Giovanili in Italia dove molti ragazzi vanno via dal Sud verso il Nord a studiare, con il Meridione che diviene sempre più ignorante. Ciò –conclude – comporta dei problemi nel portare avanti un’attività sociale come la nostra che sono attività di volontariato». Michele, napoletano con una laurea in Scienze Politiche e in procinto di gestire un locale a Como, «le politiche sociali non vengono affidate a persone specifiche, ma è come se fossero appendici di altri contesti. A volte lo vediamo anche quando si deve prenotare un esame all’Università e si blocca il sistema informatico dedicato». Anton De Nicolò, trentenne di Torino laureato Comunicazione, Marketing, Economia e docente, si domanda «quale sia l’obiettivo da porci quando disquisiamo di politiche del terzo settore, che racchiudono varie aspetti. A mio parere è fondamentale occuparsi di porre l’attenzione sull’istruzione, dando strumenti che offrano alla gente la possibilità di farle comprendere che ha dei diritti. Ci vuole più attenzione per le scuole aumentando il budget che ora è dello 0,2%». Francesco, 25enne di Pozzallo è netto: «Lo Youth worker (lavoro per i giovani ndr.) e l’advocacy in Italia non sappiamo cosa sia. Personalmente facendo il tirocinio post laurea nella Psicologia del Lavoro che ho conseguito a Torino. So che per legge non possono essere pagato per lavorare ma posso far riferimento alla borsa di studio di 6 mesi ma che non vale ai fini contributivi. Così non va».

La richiesta di confronto al Ministero e la riflessione della direttrice del Csv –Anche Simone Di Grandi, delegato alle politiche giovanili del Comune di Ragusa, non si tira indietro nelle critiche. «Nessuno ci spiega come funzionano le leggi rispetto all’attivazione e allo sviluppo delle politiche giovanili. Il Ministero delle Politiche Giovanili deve confrontarsi davvero con noi. L’abbiamo detto al vicecapo di gabinetto Daniele Frongia, speriamo che le nostre richieste non cadano nel vuoto. Noi saremo attenti». Secondo Giovanna De Rosa, direttrice del Csv Napoli, chiamata a discutere con i ragazzi durante la tavola rotonda del pomeriggio di venerdì 6 maggio incentrata sull’approfondimento del ruolo del Terzo Settore nella partecipazione giovanile, «esperienze di cittadinanza attiva e di volontariato come queste sono importanti per i giovani per acquisire conoscenze e apprendere nuove abilità. Si tratta di un momento confronto ricco e multiculturale importante. Questi saperi acquisiti possono certamente essere utili ai fini di un inserimento lavorativo anche con competenze specifiche». Molti dei ragazzi partecipanti al progetto hanno posto l’accento sulla necessità di trovare sbocchi economici attraverso investimenti e riconoscimenti economici rispetto alle varie attività in cui sono coinvolti.  «Ritengo sia giusto che questi ragazzi abbiano un riconoscimento economico per dare dignità e dare un’opportunità» si dice d’accordo la direttrice De Rosa.

di Antonio Sabbatino

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui