SIRIA. È di 84 uccisi, dei quali 21 bambini, il bilancio parziale delle vittime della giornata di mercoledì in Siria. In particolare , un bombardamento nella provincia di Raqqa, nel nord del Paese, ha causato la morte di 17 bambini. Lo riferiscono gli attivisti che hanno postato un video dei resti delle vittime. Conferma inoltre il massacro nella provincia di Raqqa anche l’agenzia di Stato siriana Sana, che però accusa i «gruppi terroristici».
VIA IL CAPO DELLA POLIZIA MILITARE – Nuova defezione, inoltre, in seno al regime siriano. Il capo della polizia militare, generale Abdulaziz al-Shalal, ha lasciato i ranghi dell’esercito per unirsi ai ribelli, accusando il presidente Bashar al-Assad di aver usato le armi chimiche in un attacco nella regione di Homs alla vigilia di Natale. Lo scrive il Times, rilanciando un video registrato nella zona al confine turco-siriano in cui si vede il generale, ancora in divisa, che spiega la sua decisione. Secondo l’agenzia di stampa turca Anatolya, il disertore si trova adesso in Turchia.
Il militare, il più alto in rango ad aver finora abbandonato il regime, spiega che aveva in animo da tempo di compiere il passo, ma che attendeva il momento giusto; e aggiunge che molti altri ufficiali siriani sono nelle sue condizioni. L’esercito, accusa il generale, «non svolge più quella che dovrebbe essere la sua prima missione, proteggere il paese, e si è trasformato in una banda di assassini».
A luglio, aveva disertato il generale di brigata, Manaf Tlas, ufficiale della Guardia Repubblicana, uomo del circolo ristretto attorno ad Assad; e all’inizio di agosto, aveva abbandonato il suo incarico, l’allora premier, Riad Hijab, la cui defezione è stata la più importante da quando è cominciata la rivolta in Siria.
DIPLOMAZIA – Secondo Al-Quds Al-Arabi, quotidiano arabo con sede a Londra, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe avuto un incontro segreto con il re di Giordania, Abdullah II.
Un colloquio interamente dedicato all’ipotesi di un possibile ricorso alle armi chimiche da parte del presidente siriano Assad per stroncare la rivolta nel suo Paese. Secondo alcune fonti, già in passato Israele avrebbe chiesto alla Giordania il consenso per attaccare i siti di armi chimiche siriani. Secondo alcuni media arabi, l’esercito giordano è in stato d’allerta massima per il possibile uso di armi chimiche da parte di Assad vicino al confine. Nessuna nazione in Medio Oriente, compreso Israele, dispone di un arsenale chimico pari a quello di Damasco. A questa preoccupazione si aggiunge la massiccia presenza di gruppi jihadisti in Siria che, una volta caduto il regime, potrebbero facilmente impossessarsi di questo arsenale.
Sempre sul fronte diplomatico, un’alta rappresentanza siriana è a Mosca per affrontare con i russi le proposte fatte dal mediatore internazionale, Lakdar Brahimi, per mettere fine ai 21 mesi di drammatica rivolta anti-regime.

di Redazione Online (corriere.it)

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