criSALERNO – «Non riesco a capire perché a mio figlio venga negato il diritto di andare a scuola». La denuncia è di Pasquale Quagliano, papà  di Christian, tra i 6mila piccoli, in tutto il mondo, ad essere affetto da Sma di tipo 1 – atrofia muscolare spinale, una malattia genetica che provoca una progressiva paralisi dei muscoli. «A febbraio scorso – ha raccontato Pasquale – ho presentato all’Istituto comprensivo G. Gonzaga di Serre l’iscrizione accompagnata da una relazione sulle condizioni del mio bambino, il cui livello intellettivo, di relazione, di pensiero, di apprendimento, di comprensione, risulta potenzialmente assimilabile a quello di un coetaneo. Certo ha bisogno di un’insegnante di sostegno, ma non pensavo che per la scuola fosse così complicato potergliene garantire uno».
Così per genitori di Christian, dai vispi e profondi occhi azzurri, è iniziata un’altra battaglia, come se non bastasse quella contro la patologia che affligge il loro piccolo di 3 anni, per la quale, attualmente, non esiste cura. «Abbiamo telefonato varie volte  al Provveditorato di Salerno – hanno sottolineato – dove però c’è stato un continuo scaricabarile. Poi abbiamo inoltrato un’e-mail, per conoscenza anche al Ministro dell’Istruzione, dove  abbiamo sottolineato che, nonostante la scuola fosse  iniziata  il 15 settembre, per mancanza dell’insegnante di sostegno, nostro figlio non era trattato come i suoi coetanei. Anche in questo caso non abbiamo, però, ricevuto risposta». Dall’8 ottobre, poi, Pasquale a Nadia hanno iniziato a  contattare anche la scuola di Christian. «Inizialmente –  ha dichiarato Pasquale –  le persone con cui ho parlato mi hanno dato l’impressione che volessero risolvere questa assurda questione. Dopo qualche giorno la vicepreside mi ha, però, comunicato che il Preside non può nominare alcuna insegnante perché il bambino non frequenterà, per via della sua malattia, infatti, nei mesi invernali non potrà uscire di casa, per lui anche un raffreddore può essere motivo di gravi complicanze respiratorie, ma la necessità di un’istruzione domiciliare l’avevamo specificata nell’iscrizione.  Soprattutto – ha continuato – mi è stato detto che non è scuola dell’obbligo». “Scuse” che al papà del piccolo sarebbero state confermate anche dalla Preside che avrebbe aggiunto che mancano i fondi.
«È una storia di straordinaria emarginazione che,  purtroppo, riguarda incolpevoli bambini disabili». È stato il commento di Toni Nocchetti, Presidente dell’associazione ‘Tutti a scuola onlus’. «È evidente – ha aggiunto Nocchetti – che ci siano responsabilità del Miur visto che all’atto dell’iscrizione la comunicazione della disabilità era stata presentata. Scaricare sulla famiglia, dire che non è scuola dell’obbligo è quanto di più irriguardoso si possa fare nei confronti di un  bambino disabile, sia dal punto di vista pedagogico, in quanto la scuola materna rappresenta un momento importante di socializzazione, sia umano perché scaricare il peso della mancata frequenza sulla famiglia significa non riconoscersi appartenenti alla stessa comunità civile». Intanto, se i genitori di Christian saranno d’accordo, Toni Nocchetti, porterà alla manifestazione per dare ai  “disabili un altro mondo”,  in programma mercoledì 5 novembre  in piazza Montecitorio, anche il loro racconto.

Di Emiliana Avellino

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