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Rossella Urru rinuncia a un seggio in Parlamento

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CAGLIARI. Le elezioni si avvicinano: c’è chi farebbe carte false per ottenere una candidatura alla Camera o al Senato. Ma c’è anche chi rifiuta un seggio sicuro. Gentilmente, ma rifiuta. E’ il caso di Rossella Urru, la cooperante di origine sarda tenuta in ostaggio nove mesi in nord Africa assieme a due colleghi spagnoli e liberata in Mali lo scorso 18 luglio. Urru ha detto no alla proposta di candidatura che le è stata fatta dal Pd di Bersani. A dare la notizia del “no, grazie” di Rossella è stato il responsabile organizzativo del Partito Democratico della Sardegna Franco Marras, che aveva avanzato l’offerta alla cooperante con la benedizione del segretario nazionale Pierluigi Bersani. I primi contatti tra Marras e Rossella Urru si sono avuti due mesi fa, in piena campagna delle primarie. La non disponibilità, definitiva, della cooperante ad essere candidata nelle liste bloccate per un seggio alla Camera dei Deputati è arrivata solo nei giorni scorsi.
MARRAS «Posso raccontarlo – dice Marras a “La Nuova Sardegna” – perché Rossella mi ha dato il permesso. Senza il suo sì, non l’avrei mai fatto. Ma volevo farlo. Sì sono convinto che il lieto fine di questa storia, perché è un lieto fine, possa servire da insegnamento a molti. A farci capire meglio e molto di questi giovani che lavorano in posti lontani, sperduti e pericolosi, per aiutare gli altri. Pensano sempre e solo a chi sta peggio di noi, Mai a se stessi. Anche stavolta Rossella ha rifiutato i riflettori e credo che presto ritornerà nella sua Africa».

di Francesco Gravetti

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