rifugiatiROMA – Un appello al Consiglio Europeo che si terrà oggi e domani a Bruxelles. Lo lancia il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) con una lettera indirizzata a José Manuel Durão Barroso, Presidente della Commissione Europea e a  Hermann Van Rompuy, Presidente del Consiglio Europeo. La richiesta: l’apertura di canali di ingresso legale e protetto al territorio dell’Unione per le persone che hanno bisogno di protezione internazionale.
PEZZOTTA ED HEIN «Non è più possibile che le persone in fuga da guerre e persecuzioni non abbiano altra scelta per veder riconosciuti i loro diritti di protezione che quella di affidare la propria vita nelle mani di trafficanti» – dichiarano Savino Pezzotta e Christopher Hein, rispettivamente Presidente e Direttore del CIR, «Siamo ormai consapevoli che né in Libia né in altro Paese del Nord-Africa sia possibile presentare richiesta d’asilo, così come sappiamo che non vi è alcuna possibilità di ottenere un visto per l’Europa da un qualsiasi Paese Terzo», aggiungono.
PEP – Dieci anni fa la Commissione Europea presentava un rapporto di fattibilità sulle Procedure di Accesso Protetto (PEP) a cui sono seguite numerose comunicazioni da parte della Commissione sulla stessa tematica. Oggi, dopo le ultime tragedie di Lampedusa, la recente visita di Barroso sull’isola, i pronunciamenti del Papa e la straordinaria attenzione dell’opinione pubblica europea, il CIR si appella al Consiglio Europeo perché crede necessario e quanto mai urgente adottare misure alternative di accesso alla protezione in Europa, quale l’apertura di un canale umanitario, per evitare che altre persone rischino le loro vite in viaggi disperati via mare. Mentre sono certamente necessarie misure volte a garantire una maggior sorveglianza del Mediterraneo e ad accrescere le capacità di soccorso in mare, «il CIR si augura, insieme a molte altre organizzazioni, che queste vengano corroborate da misure che riducano la necessità di affrontare viaggi in condizioni di irregolarità e insicurezza per raggiungere le frontiere europee. L’Unione Europea dovrebbero insistere con più forza perché siano rispettati gli obblighi internazionali nei Paesi di confine e di transito per garantire la dignità umana e il diritto alla protezione»  si legge nel testo della lettera inviata.
 
di Francesco Gravetti
 
 

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