ROMA – Tranne che per i medicinali, si risparmia su tutto. Calano i consumi e le famiglie italiane continuano a vivere tra mille difficoltà. Il dato emerge da una ricerca condotta da Ipsos per Acri in occasione dell’89esima Giornata mondiale del risparmio. Secondo l’indagine una famiglia italiana su cinque è costretta a spendere tutto il proprio reddito, mentre quasi una su tre deve intaccare i propri risparmi per tirare avanti. Nel 2013, comunque, torna a crescere dopo 3 anni, dal 28 al 29%, la quota di famiglie che sono riuscite a mettere da parte qualche euro, e cala dal 31 al 30% quella dei nuclei in “saldo negativo”. In totale, però, le famiglie che si sentono in crisi di risparmio sono in lieve aumento: il 43% contro il 42% del 2012 e il 37% del 2011.
Cresce anche la paura del futuro: le aspettative di miglioramento del 2012 sembrano essere andate deluse, in particolare riguardo al contesto nazionale. A un ritorno di pessimismo sul paese, che agli italiani non pare in grado di uscire dalla propria situazione di difficolta’, si associa una fiducia sulla ripresa dell’Europa e del resto del mondo. Il numero dei fiduciosi sul miglioramento del proprio futuro è inferiore a quello degli sfiduciati (28% gli sfiduciati, 21% i fiduciosi); nel 2012 i dati si equivalevano (24%). La maggior parte degli intervistati, il 47%, non si attende cambiamenti della propria situazione personale (48% nel 2012); il 4% non sa cosa pensare. La differenza tra fiduciosi e sfiduciati (-7 punti percentuali) è tornata simile a quella del 2011 (-6 punti percentuali). In decisa contrazione di fiducia nella propria situazione sono i giovani (18-30 anni), fra i quali gli ottimisti sono scesi in un anno dal 24% al 4%, con una perdita di ben 20 punti percentuali, e gli over 65 anni, fra i quali i pessimisti sono cresciuti di 6 punti (dal 21% al 27%). Stabile la fascia fra i 31e i 64 anni. Rispetto al futuro del territorio in cui vivono, coloro che hanno poca fiducia superano di 17 punti percentuali i fiduciosi (il 35% contro il 18%); anche in questo dato il progresso del 2012 sembra annullato e si torna ai risultati del 2011: allora il distacco era di 17 punti, mentre nel 2012 era di 11.
di Francesco Gravetti