Un doppio, chiaro messaggio: riduzione dell’emissione di Co2 dovuto allo spropositato uso di auto, anche per un percorso di pochi metri, e la salvaguardia della propria salute grazie a una bellissima attività motoria. La pedalata Più Bici Più Felici, evento celebratosi ieri mattina a Napoli con il patrocinio del Comune e l’organizzazione appannaggio dell’associazione Terra Dea, ha avuto una duplice veste di sensibilizzazione, ambientale e sportiva, in una città ancora troppo intasata dall’uso delle vetture private. Il percorso in bicicletta, effettuato da una quarantina di ciclisti di diversa età, alcuni erano già provvisti di bici gli altri l’hanno affittata per l’occasione al costo di 6 euro da alcuni dei rivenditori che hanno supportato l’iniziativa, è partito dalla Riviera di Chiaia nei pressi di Villa Pignatelli per poi attraversare la villa Comunale, la pista ciclabile del Lungomare Caracciolo per poi approdare in piazza Municipio dopo un passaggio a piazza del Plebiscito.

La giornata- Sara Marrucci di Marea Incoming, sponsor tecnico dell’evento, ha detto: «Promuoviamo una forma alternativa di mobilità, che sia non solo green e più sana ma anche l’unica vera alternativa alla mobilità napoletana. Napoli è una città dove è difficile ipotizzare nuove strade o infrastrutture molto costose». Dunque, l’aggiunta della Marrucci, «usare la bicicletta significa, in modo pratico ridurre i tempi perché si evita il traffico delle auto, Inoltre è divertente e sano, ti permette di vivere appieno la tua città, avere anche percorsi alternativi e darsi anche un tempo per stare con se stessi trovando benessere fisico e psicologico. In molti – la conclusione di Marrucci – hanno ancora paura di andare in bici qui perché ci sono poche corsie ciclabili, che almeno potrebbero essere garantite in attesa di aumentare il numero delle piste ciclabili a Napoli». Da sottolineare, per Ciro Andrea De Marco, attivista dell’associazione di San Giorgio a Cremano Terra Dea, (presente con una folta delegazione a partire dal presidente Enrico De Marco) è «l’aspetto dell’ecofriendly per la riduzione delle emissioni di Co2 e la promozione dell’attività fisica. Qui siamo ancora indietro rispetto all’uso della bici, c’è da migliorare quest’aspetto rispetto alle altre regioni d’Italia. La difficoltà di Napoli è quello dell’assenza di un terreno omogeneo oltre all’assenza delle piste ciclabili. La macchina è il mezzo di trasporto che viene ancora oggi utilizzato per sciocchezze, anche per accompagnare i bambini anche sin sotto l’ingresso della scuola».

La parola ai partecipanti – Sull’uso mastodontico ecco quanto detto da Salvatore D’Ambrosio, titolare di “NapoliElettrica” azienda che si occupa dal 2017 si occupa di promuovere l’utilizzo della bicicletta: «Siamo al Quarto Mondo, lontanissimi da una vera cultura di uso delle bici.  Se continuiamo a utilizzare l’auto per accompagnare i figli a scuola e andare al lavoro con una sola persona dentro, rimarremo Quarto Mondo». Poi una riflessione. «A Napoli c’è una pista ciclabile, che va da Bagnoli a San Giovanni a Teduccio ma è spesso invasa, rotta, piena di buche». Secondo D’Ambrosio «resta l’autocentrismo volto alla protezione dell’automobilista e non di altri, compresi quelli che girano in monopattino. La precedenza agli incroci ce l’hai non perché sei ciclista ma perché essendo ciclista, se io passo con l’auto posso non fargli male e quindi ti posso superare. Il riferimento per me è l’Olanda: lì hanno eliminato le auto, creando delle infrastrutture tali per le quali le auto non passano nei centri storici dando priorità alle biciclette». Per Silvio, avvocato napoletano di piazza Carlo III, «giornate come queste di Più Bici Più Felici sono importanti perché testimoniano il valore dell’ecologia e dello sport; ce ne vorrebbero di più per prendersi cura del territorio e promuovere la salute. Ci sono tanti parchi cittadini che in questo modo sarebbero curati con maggiore attenzione senza abbandonarli come oggi». Un esempio? «Il parco dei Camaldoli, si potrebbe andare lì in bici visto che c’è una salita fantastica» la risposta di Silvio convinto anch’egli che «la percezione dell’importanza di usare in bici a Napoli è ancora oggi bassissimo, Quest’estate sono andato in vacanza nelle Marche in bici e ho fatto il cammino dei Cappuccini, lungo 430 km. Visto che la città produce invalidità, ti fa stare in una campana di vetro, recuperare il rapporto della natura significa andare in una realtà diversa dove c’è gioia».

Le dichiarazioni del vicepresidente della Camera e dell’assessore allo Sport

A pedalare ieri mattina in occasione di Più Bici Più Felici, il vicepresidente della Camera dei Deputati ed ex Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e l’assessore comunale allo Sport Emanuela Ferrante. «Dobbiamo spingere per sviluppare l’uso della bicicletta e la cosiddetta mobilità dolce, in tal senso c’è un impegno del Parlamento Europeo. Stando a un report dell’Oms, soltanto in Italia 60.000 persone sono morte per la scarsa qualità dell’aria» ha ricordato il vicepresidente a Montecitorio Sergio Costa.  «Abbiamo bisogno di essere educati a cose buone con esempi positivi – l’appello dell’assessore allo Sport Emanuela Ferrante a cui è toccato il taglio del nastro alla partenza della Riviera di Chiaia – È fondamentale anche per i ragazzi, spesso troppo sui social, anche attraverso una pedalata in città come avvenuto in quest’occasione. Far diventare Napoli Capitale Europea dello Sport nel 2026 vorrebbe dire non solo lo scudetto di calcio o le medaglie vinte dovunque dagli atleti napoletani, ma anche riabituarsi alle relazioni personali grazie a iniziative come Più Bici Più Felici. Dal report presentato dal Governo all’Europa – ha sottolineato la Ferrante – è emerso che tutt’Italia è al di sotto del 60% dello standard europeo rispetto alla possibilità di consentire la mobilità in bici: non è solo, quindi, una cattiva abitudine. Con il Giro d’Italia abbiamo messo a posto le strade e anche le piste ciclabili. Si tratta di un obiettivo educativo, Napoli è piena di smog dovuto non solo dal traffico dell’auto e dei motocicli ma anche per le attività del porto».

di Antonio Sabbatino

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