ROMA- “Stessi punti critici e stesse ipotesi irricevibili”. Questo in sintesi il commento di Zero Waste Italy, Fare Verde, Greenpeace, Legambiente e WWF Italia nella giornata in cui, nella Conferenza Stato Regioni, si discute della nuova bozza di DPCM attuativo dell’art. 35 del decreto legge n. 133/2014 che individua gli inceneritori considerati strategici a livello nazionale, il cosiddetto “Sblocca Italia”, già respinto a settembre grazie alla mobilitazione delle Associazioni e a un vasto fronte di Regioni che ne rigettarono l’impostazione e il disegno del Governo. «La nuova Bozza di Decreto, spiegano le Associazioni -pur riducendo gli inceneritori strategici da 12 a 9 conferma gli assunti erronei pro-inceneritori di quello precedente, a partire da quello principale e più marcatamente sbagliato: pretrattamento dei rifiuti urbani residui (RUR) = incenerimento. Si continua a puntare sull’incenerimento quando l’andamento della produzione di rifiuti solidi urbani è da anni in calo. E la bozza di decreto- proseguono le Associazioni- presuppone che per corrispondere alle necessità di trattamento del rifiuto, obbligo previsto dalla Direttiva 99/31 sulle discariche, sia necessario far passare il RUR attraverso sistemi di trattamento termico. Ma non è così, e lo ribadiamo al Ministro dell’Ambiente Galletti, che con questo assunto testimonia il suo sbilanciamento a favore dell’incenerimento, in contrasto con le sue dichiarazioni pubbliche».
L’unica novità presente nel testo del nuovo DPCM su incenerimento rispetto alla bozza dell’agosto scorso , spiegano le associazioni, è l’eliminazione dei 3 nuovi inceneritori previsti al Nord (Piemonte, Veneto, Liguria) perché si assume un “equilibrio a livello di macroarea Nord”. Per il resto viene confermata la previsione di 9 nuovi inceneritori nelle altre regioni già individuate (oltre all’ampliamento di un paio in Puglia e Sardegna).