Si guardava con speranza alla didattica a distanza, quando la pandemia si è affacciata nelle vite dei bambini. Potrà diventare magari uno strumento per aprire finalmente le porte della tecnologia alla scuola, si pensava con ottimismo. Gli esiti della dad sono però sotto gli occhi di tutti. Chi partiva già svantaggiato prima del Covid, ha subito doppiamente il gap della propria condizione di svantaggio. Nelle famiglie in cui non ci sono risorse per una connessione internet o per avere un tablet o uno smartphone, o in quelle in cui i più piccoli erano già lasciati a loro stessi, la dad ha concluso l’opera del disagio sociale già conclamato. Nelle aree più povere, la dispersione scolastica, già endemica, si è trasformata in assenza anche virtuale.

La Fondazione Quartieri Spagnoli, che è già scesa in campo nelle prime fasi dell’epidemia per portare i bimbi fuori casa e allontanarli dallo schermo, organizzando lezioni ‘al balcone’, nei cortili o sui tetti del rione, ha dato ora vita ad una nuova – doppia – iniziativa contro l’abbandono delle lezioni e la solitudine degli studenti dei quartieri. Qui, dove vive il 10% dei minori svantaggiati della città di Napoli, dove la dispersione scolastica è problema serio, si è deciso di mettere a disposizione dei piccoli studenti una webradio- scuola. «Un nuovo strumento educativo – spiegano gli ideatori del progetto – per non sospendere più la scuola durante i lockdown e i periodi più difficili della pandemia». Si tratta di appuntamenti in podcast e in diretta, con letture, lezioni e conversazioni a misura di bambino e adeguate alla loro età e grado di didattica. Una radio in onda cinque giorni su sette, con replica nel fine settimana, in orario scolastico e nel pomeriggio, affidata alle voci di educatori e insegnanti.

«La web radio-scuola – si spiega – si rivolge non solo ai bambini di una classe, ma a tutti i bambini che si mettano in ascolto. Allestiremo una stanza insonorizzata con connessione internet, acquisteremo un pc, un pc player, un pc recorder per registrare le trasmissioni radio, un hard disk per immagazzinare tutte le trasmissioni registrate, un mixer audio, microfoni, attrezzature tecniche. Affideremo tutto agli insegnanti delle nostre scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, per lezioni in diretta e registrate sulle materie e le attività da garantire ai bambini quando la scuola non potrà essere frequentata. Faremo avere tablet per l’ascolto alle famiglie in maggiore difficoltà economica».

Al progetto delle lezioni via radio, si affianca poi quello dei libri consegnati periodicamente ai bambini di famiglie in condizioni economiche complicate, che così potranno, due volte al mese, ricevere testi educativi mirati alla loro crescita personale e culturale.

Il progetto, ideato dalla Fondazione nata nel 2013 nei Quartieri Spagnoli e diventata in pochi anni una comunità economica e produttiva composta da circa venti imprese sociali e creative (con 168 lavoratori e 350 bambini ospiti), pur senza mai aver avuto finanziamenti pubblici, si fonderà ancora una volta su donazioni private. Per questo è stata avviata una raccolta fondi sulla piattaforma crowdforlife di Credit Agricole al fine di raccogliere contributi economici, anche minimi, a sostegno di un’iniziativa che vuole recuperare alla didattica anche quei bambini (si calcola sei su dieci) che questa pandemia ha definitivamente allontanato dalla scuola.

di Bianca Bianco