MILANO- 145 mila disoccupati con un tasso di disoccupazione al 7,8 per cento, questi i numeri di Milano e provincia. Analizzando nel dettaglio il solo anno 2012, uno studio condotto dalla cgil di Milano offre uno spaccato drammatico della crisi: 20 mila persone con rapporto di lavoro a tempo indeterminato sono stati licenziati “per motivi economici”, di cui 7 mila provenienti da aziende con più di 15 dipendenti. 30mila hanno perso il lavoro tra chi aveva contratti a tempo determinato, interinali, apprendisti, partite Iva e collaborazioni.
LE OPINIONI- «È in corso un forte depauperamento del tessuto economico milanese -sottolinea Graziano Gorla, segretario generale della Camera del lavoro. Oltre a quelle che chiudono, ci sono molte aziende che si spostano, non solo nei paesi dell’Est ma anche in Francia o Svizzera. Segno che stiamo perdendo la capacità non solo di attrarre investimenti, ma di trattenere chi già fa impresa nel nostro territorio». I brevetti registrati a Milano sono calati: nel 2000 ne erano stati depositati 2.880, nel 2012 appena 2.280. «Non si investe più nell’innovazione» conclude il segretario generale della Camera del lavoro.
LA SITUAZIONE- La situazione non migliora analizzando gli ingressi alle liste di mobilità: dai 1.300 del gennaio 2012 sono saliti fino ai 1.750 del gennaio 2013. Diminuite le ore di cassa integrazione: «Non è un buon segno -spiega Gorla-. Significa che dalla cassa integrazione ormai siamo passati massicciamente alle liste di mobilità, perché i lavoratori non sono rientrati nelle aziende, che hanno chiuso definitivamente». Licenziate dalla fine del 2008 al 31 marzo del 2013 80.810 persone , iscritte poi alla mobilità: 750 sono riusciti ad andare in pensione, 21 mila hanno trovato un nuovo impiego mentre 60 mila sono ancora senza lavoro.
di Sabrina Rufolo