Nessuna modifica o superamento entro la data perentoria del 2 novembre 2022 e l’alquanto controverso memorandum Italia-Libia, basato (in teoria) sul contrasto alla tratta di essere umani con epicentro il Paese nordafricano e un ruolo attivo della sua Guardia Costiera con gli italiani che le forniscono supporto logistico, tecnologico ed economico sarà prolungato per altri 3 anni. Il tacito rinnovo è previsto dall’articolo 8 dell’intesa ratificata il 2 febbraio 2017 dall’allora presidente del consiglio dei ministri Paolo Gentiloni e dal premier del Governo di riconciliazione Nazionale dello Stato di Libia Fayez Mustafa Serraj, qualora entro i 3 mesi precedenti la scadenza del memorandum non fossero stati decisi cambiamenti dalle parti in causa. A seguito di questi sviluppi, ma sarebbe meglio dire dei mancati sviluppi, le Ong e le varie organizzazioni umanitarie restano preoccupate per le sorti dei migranti – provenienti soprattutto dall’Africa subsahariana e settentrionale ma ci sono migliaia di persone originarie anche dei Paesi asiatici – che cercano approdo in Europa non prima però di essere passati molto spesso nei cosiddetti centri di accoglienza della Libia, in realtà dei veri e propri lager. Le condizioni disumane delle persone all’interno di queste strutture sono state più volte raccontate da reportage e inchieste. Nonostante ciò, il loro smantellamento non è mai avvenuto. Quasi superfluo ricordare le continue morti dei migranti nel Mediterraneo durante le traversate su barconi spesso malmessi: una strage continua, con numeri in continuo aggiornamento.

La preoccupazione della Mediterranea Saving Human – Laura Marmorale, membro del direttivo nazionale di Mediterranea Saving Humans, non può nascondere la propria amarezza per il rinnovo del “memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana’’ composto di 8 articoli. «Ancora una volta la politica ha deciso di non intervenire sul memorandum. Anche il nuovo Governo di Giorgia Meloni si pone in continuità con quelli precedenti, di diversa estrazione politica. L’Italia – dice Marmorale – continuerà ad appaltare e a esternalizzare la gestione dei flussi migratori alla cosiddetta Guardia Costiera libica che molto spesso riporta i migranti nei cosiddetti centri d’accoglienza dove avvengono torture, aggressioni, stupri, compravendita di schiavi. Il rispetto dei diritti umani non è affatto garantito». L’esponente della Mediterranea Saving Humans aggiunge sul punto: «Nonostante i racconti di molti migranti (raccolti dalle Prefetture e altre autorità ndr.) rispetto a quanto succede in questi lager in Libia, non si è mai arrivati alla loro chiusura. In proposito, lancio un appello all’Unhcr (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ndr.) e all’Oim (l’Organizzazione internazionale per le migrazioni ndr.) perché non siano più silenti e spingano a far intervenire chi di dovere».

La situazione in Libia– Dal 2011 la Libia è in fiamme per una latente guerra civile che ancora prosegue. E, in mezzo alla lotta delle varie fazioni per il predominio del Paese e delle sue ricchezze, finisce la disperazione di persone costrette alla fuga per fame e carestie dai Paesi di provenienza in Africa e Asia. «Ricordiamo che la Libia non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra sui diritti umani e l’Italia ha delegato a un Paese la salvaguardia di migliaia e migliaia di persone in difficoltà» insiste Marmorale. Alcuni dati parlano di 85.000 persone transitate nei centri libici negli ultimi 5 anni. «Ma in realtà i numeri veri sono difficilmente reperibili, in tanti hanno denunciato le sparizioni dei loro compagni di cella di cui poi non si è saputo più nulla» sottolinea il membro del direttivo nazionale di Mediterranea Saving Humans, Ong come altre è spesso finita nell’occhio del ciclone dei detrattori incappando peraltro più volte in multe nel rischio di risvolti penali nella loro opera di salvataggio in mare dei migranti.

Le proposte- L’impianto del memorandum Italia-Libia firmato nel 2017 da Gentiloni e Serraj, e ora rinnovato per altri 3 anni, dunque non piace alle organizzazioni umanitarie e non governative. Ma quali sono le proposte alternative? A rispondere è sempre Laura Marmorale di Mediterranea Saving Humans. «Anzitutto va abrogato il memorandum e chiusi questi lager libici vista l’assenza del rispetto dei diritti umani creando canali di evacuazione. Vanno poi aperti canali di ingressi legali in Italia di migranti provenienti dalla Libia e le ambasciate dei Paesi coinvolti devono avere un ruolo maggiormente attivo attraverso la creazione di percorsi chiari di regolarizzazione. Basta fare un parallelo con gli Stati Uniti – argomenta la Marmorale – i cui cittadini per entrare sul nostro territorio in teoria dovrebbero sottostare alle stesse procedure di quelli da cui i migranti provengono perché si tratta comunque di un Paese extraeuropeo. La verità è che l’esito è molto diverso e lo vediamo tutti i giorni». Non è tutto, per la Marmorale vanno «finalmente portati dinanzi alla Corte penale internazionale quelle persone che non hanno rispettato i diritti umani macchiandosi di maltrattamenti e di mortificazioni delle donne di diversi Paesi africani» come Nigeria, Somalia, Eritrea tanto per citarne alcuni.

Di Antonio Sabbatino

 

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