Sud_Sudan_donnasROMA – Sono tutti dell’Africa sub-sahariana i dieci paesi in fondo alla classifica dei luoghi dove è garantito il benessere delle mamme e dei loro figli, ma per migliorare le condizioni di vita delle mamme e dei bambini nelle aree povere del pianeta servono almeno 5 milioni di specialisti e operatori in grado di fornire informazioni e terapie che se incrementate potrebbero prevenire la morte di oltre tre neonati su quattro. È quanto fa sapere il 14° Rapporto di Save the Children sullo stato delle madri nel mondo, uno studio presentato alla vigilia della festa della mamma, affinché questa diventi un’occasione per sostenere gli interventi per la salute materno-infantile nei paesi maggiormente in difficoltà. Il rapporto mette in evidenza le enormi disparità tra i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. Finlandia, Svezia  e Norvegia sono ai primi posti nella classifica DI 176 paesi e infatti le madri finlandesi possono contare su ben 17 anni di istruzione, contro gli 8 delle donne nella Repubblica democratica del Congo, le somale solo su 2. «Se il tasso di mortalità dei bambini entro i 5 anni nella RdC è di 167 su 1000 nati vivi – spiega lo studio -, in Finlandia il tasso precipita a 3 su 1000. La stessa differenza si riscontra anche nel tasso di partecipazione femminile alla vita politica: in Finlandia la percentuale di seggi in Parlamento occupati da donne sono il 42,5 per cento contro l’8,3 per cento di quelli detenuti nella RdC».
ITALIA – L’Italia si piazza al 17° posto. «Secondo i dati, le condizioni di salute delle mamme e dei bambini raggiungono livelli alti (il tasso di mortalità femminile per cause legate a gravidanze e parto è pari a 1 ogni 20.300, quello di mortalità infantile è di 3,7 ogni 1000 nati vivi), come abbastanza alto è il livello di istruzione delle donne, pari a 16 anni di formazione scolastica. Benché la scarsa percentuale media di partecipazione politica delle donne fotografata dal Rapporto (20,6 per cento) abbia subito un deciso incremento in occasione delle ultime elezioni (con il 28,6 per cento al Senato e 31,3 per cento alla Camera), siamo ancora distanti perfino da paesi come l’Angola (38 per cento), l’Afganistan (27 per cento) e il Mozambico (39 per cento)».

di Mirko Dioneo

 

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