Gli ecosistemi forestali sono i principali serbatoi naturali terrestri di carbonio e giocano un ruolo chiave per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e, per poter continuare a svolgere questa importante funzione,  devono rimanere efficienti ed essere in buona salute.

Lo scorso marzo è stata approvata la Strategia forestale nazionale che è il fondamento su cui imprimere una svolta per gestire in maniera sostenibile il nostro patrimonio boschivo, che non è soltanto il principale serbatoio naturale di carbonio di cui disponiamo, ma anche generatore di un valore sociale ed economico da capitalizzare tramite una pianificazione adeguata.

“L’Italia è in forte ritardo nella pianificazione e gestione forestale e nella valorizzazione delle filiere forestali del made in Italy. Nonostante il nostro Paese vanti una superficie boscata pari al 36,7% del territorio nazionale e un sistema di tutela tra i più stringenti in Europa, solo il 18% delle foreste italiane è sottoposto a pianificazione (regionale o locale), mentre la certificazione forestale interessa appena il 9% dei nostri boschi. Preoccupa, inoltre, la forte dipendenza per l’approvvigionamento di legname e semilavorati dall’estero, da cui l’Italia importa oltre l’80% del suo fabbisogno: un commercio che non ha eguali in Europa, con un impatto ecologico ed emissioni in altri Paesi, e che a livello globale è al centro di traffici illegali e deforestazione con un fatturato inferiore solo al traffico di stupefacenti”.

È quanto denuncia Legambiente nel suo ultimo report in cui fa il punto sul patrimonio boschivo nazionale  e propone le principali azioni da mettere in campo per una gestione forestale sostenibile, a quattro anni dalla tempesta Vaia che nel 2018 distrusse 41 mila ettari di boschi e schiantò a terra 8,7 milioni di mc di legname nel Nord Est del Paese.

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