Crescere è un’avventura bellissima, si dice. E indubbiamente bella lo è. Ma è anche tanto ma proprio tanto faticoso. Le relazioni, i contesti, i codici, le amicizie, i mondi che gravitano attorno ad ogni giovane, oltre che il corpo, la voce. Cambia tutto, e spesso questi cambiamenti così veloci e radicali generano un senso di sopraffazione che se non affrontato e risolto può diventare un problema non solo negli adolescenti ma anche nei più grandicelli. Un problema che magari potrà anche non rientrare nel campo della salute mentale o comunque dei disturbi o della patologia, ma che comunque può essere fonte di disagio e di malessere.
Ed è proprio a partire da una richiesta “dal basso” che a San Giorgio a Cremano è in partenza il percorso LA VITA A MODO TUO, un percorso di crescita personale ideato e cucito addosso alle esigenze di giovani di due diverse fasce d’età 18/20 anni e, tra qualche settimana, anche per giovani dai 22 ai 25 anni.
«Si tratta di un gruppo di crescita il cui obiettivo è quello di offrire uno spazio in cui i ragazzi possono conoscersi e sperimentarsi». A spiegarlo è Flora Nunneri, psicoterapeuta, punto di riferimento per ASPIC PSICOLOGIA, associazione per lo sviluppo psicologico dell’individuo e della comunità.
L’ideazione del progetto parte dal basso, dall’utenza, dall’esigenza manifestata da un giovane che pur non avendo necessità di essere inquadrato in una terapia individuale, ha preso il coraggio di chiedere aiuto per le sue difficoltà a relazionarsi con il mondo intorno e con i suoi coetanei. Un’esigenza che, a ben vedere, è molto più comune di quanto si pensi. E allora, vista la domanda, vista l’assenza di risorse sul territorio, perché non rimboccarsi le maniche e realizzare qualcosa che fino ad oggi non c’era? Da qui l’avvio del percorso. «Ai ragazzi- spiega Nunneri- viene data la possibilità di imparare quelle che in gergo vengono definite delle “soft skills” utili ad orientarsi nelle scelte. Il senso è fortificarli nella loro crescita dando valore alle loro capacità, che esistono e che devono venire fuori». Un esercizio, insomma. «Di più – prosegue la psicoterapeuta-  un’autentica palestra. Il senso del gruppo è questo, quello di esercitarsi alla vita in un ambiente protetto, un luogo dove manca il giudizio ed esiste invece una propositività rispetto al potenziale».
L’equipe multidisciplinare che organizza le sedute, composto da un educatore, tre psicoterapeuti, un uomo e una donna e due psicologhe, è al lavoro per avviare, nei prossimi mesi, gruppi per una fascia d’età più bassa. Diversi contesti quotidiani, stesse difficoltà, stessa risposta: uscire da loop negativi è possibile, col giusto supporto.

di Nadia Labriola

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