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La quarantena in Germania raccontata da Alessandro, 35 napoletano residente in Renania. «Forse si sta prendendo troppo sottogamba la pericolosità del Covid-19»

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Dimenticate, almeno in questa fase emergenziale da Coronavirus secondo il racconto di uno dei tanti nostri connazionali emigrati, la Germania tutta regole e rispetto a vantaggio del completo vivere civile. «I tedeschi continuano a fare jogging all’aria aperta come se nulla fosse anche adesso. Qui sui luoghi di lavoro e in altri ambiti ha sempre prevalso il rigore e invece, forse, si sta prendendo troppo sottogamba la pericolosità del Covid-19». Ad aprire un orizzonte probabilmente inedito per quelle latitudini è Alessandro Capuano, 35 anni di Napoli. Attualmente operaio in una ditta tedesca di logistica, Capuano da due anni e mezzo risiede a Frankenthal (Pfalz), cittadina di circa 50.000 anime del Palatinato nel land che comprende anche la Renania, a circa 100 km dal confine francese. La versione di Alessandro è differente da quella che ci si poteva aspettare riferendosi alla Germania. «Vedo gente correre in strada a piedi o in bici, coppiette baciarsi, giovanissimi darsi il 5 in modo naturale. Tutti gesti che so essere vietati in Italia in nome del distanziamento sociale per contrastare il Coronavirus – spiega il 35enne napoletano – Anche i controlli delle forze dell’ordine, almeno nella città in cui vivo, sono meno pressanti nonostante non manchino cartelli e avvisi pubblici in cui si invita i cittadini a mantenere le distanze e a prendersi cura di loro stessi. Non mi capacito di questa differenza tra la Germania e l’Italia, è tutto un po’ strano». Ma come mai accade ciò? La motivazione può essere riconducibile ad un lockdown meno invasivo in tutti i land tedeschi tranne che in Baviera, dove i divieti sono pressocchè totali. Altrove, invece, fare sport o stare all’area aperta, purchè in solitaria, è tuttora possibile. Ma visti i numeri di contagio e di morti in Germania – oltre 103.000 persone colpite da Covid-19 e quasi 1900 vittime – soglie, comunque alte sebbene minori rispetto all’Italia, «questa possibilità di stare fuori casa faccio fatica a comprenderla» confida Alessandro pur ricordando come soprattutto di pomeriggio e di sera a Frankenthal (Pfalz), «le strade e le piazze siano deserte e rimanere a casa è di una noia mortale». Dal punto di vista medico- sanitario, pur vantando un sistema ospedaliero ritenuto soddisfacente, anche in Germania «si fa fatica a trovare le mascherine, anche se si dice sempre che la sanità tedesca sia attrezzata alla cura dei pazienti. Almeno è quello che leggo sui giornali». 

di Antonio Sabbatino

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