ROMA.  Lavoratori italiani soddisfatti del proprio impiego. È quanto emerge dalla III indagine Isfol sulla Qualità del Lavoro in Italia, dati presentati  durante il convegno ‘La qualita’ del lavoro. Evidenze nazionali e sovrannazionali’, organizzato dall’Isfol in collaborazione con Eurofound. Secondo l’Isfol, nello specifico, il 20% dei lavoratori italiani si ritiene molto soddisfatto, il 67,8% abbastanza. In un periodo di crisi occupazionale aver trovato un lavoro è già di per sé motivo di soddisfazione. Non è un caso, infatti, che i segmenti della popolazione con più bassa probabilità di trovare un’occupazione manifestino più elevate quote di soddisfazione: le donne, l’88,7%, e i giovani, 89,3% (fino a 29 anni). Ci sono anche i dipendenti tra i 30 e i 44 anni che si assestano sull’89,1%. Dall’altra parte, invece, l’11% esprime poca soddisfazione e l’1,7% totale insoddisfazione.La declinazione della soddisfazione per diversi aspetti che caratterizzano il lavoro mostra elevate differenze tra i vari ambiti: i compiti e le mansioni svolte (94,3%), il clima dei rapporti nel lavoro (93%), il grado di autonomia (92,1%), la salute e la sicurezza (91,9%), gli orari di lavoro (84,9%), i carichi di lavoro (83,2%) e la stabilita’ occupazionale (80,7%). Percentuali ridotte di soddisfazione si rilevano per quel che riguarda le prospettive di miglioramento di carriera (58%) e la retribuzione o il reddito da lavoro autonomo (54,2%). L’indagine ha anche mostrato come il livello di insoddisfazione raddoppi per chi ha paura di perdere il lavoro entro 12 mesi. Si tratta del 19,2% degli occupati italiani, di cui circa 1 su 4 è insoddisfatto (contro il 12,6% del totale dei lavoratori). Tra coloro che manifestano un’elevata percezione del rischio di perdere il lavoro vi sono i lavoratori atipici: i dipendenti a termine e, ancor più, i collaboratori, presentano un valore dell’indicatore pari, rispettivamente al 52,9% e al 60,2%. Il rischio percepito di perdere il lavoro è anche correlato negativamente con la retribuzione: circa 3 occupati su 10 che hanno una retribuzione inferiore a 1.000 euro esprimono preoccupazioni sulla stabilità lavorativa; per i colleghi con retribuzioni più cospicue la percezione di insicurezza lavorativa decresce sensibilmente attestandosi intorno all’11% per coloro che guadagnano tra i 1.750 euro e i 2.250 euro al mese. La qualità del lavoro è influenzata anche dai tempi di lavoro. L’Isfol segnala che il 20% degli occupati dichiara di avere delle difficoltà a trovare un equilibrio tra vita lavorativa ed extra lavorativa. Tra coloro che hanno difficoltà vi è una prevalenza della componente maschile (circa 68%).

di Francesco Gravetti

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