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In missione per conto di Dio: padre Angelo Esposito dal Vesuvio al vulcano Tacanà in Guatemala

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In missione per conto di Dio: padre Angelo Esposito dal Vesuvio al vulcano Tacanà in Guatemala. E’ tornato all’ombra del suo Vesuvio per risolvere dei problemi di salute. Tuttavia, la testa e il cuore di Padre Angelo Esposito sono ancora in Guatemala, in missione per conto di Dio tra il Vulcano Vesuvio e il Tacanà.

Parroco missionario fidei donum nel paese del Centro America ormai da tanti anni, Padre Angelo lavora ancora alacremente affinché la situazione della popolazione guatemalteca migliori.

Il sacerdote originario di San Sebastiano al Vesuvio, quinto di sette figli, da sempre ha seguito gli insegnamenti familiari e ha aiutato i più bisognosi. Per diversi anni è stato parroco nella Chiesa Immacolata Concezione a Portici. Ha alternato il sacerdozio in terra natia a esperienze missionarie all’estero. È stato in Etiopia e Romania per giungere poi in Guatemala. E’ da 25 anni missionario fidei donum – dono di fedenella penisola grazie alla convenzione tra il suo vescovo e quello di San Marcos. Questo si trova nella foresta che ospita la popolazione indigena dei Mam, discendenti dei Maya. «Sono andato ad accompagnare dei ragazzi e mi sono innamorato del posto e della sua gente. Ho chiesto al mio superiore di poter partire e ho avuto il consenso. Sono stato prima in Sierra Madre poi a Tajumulco e poi dal 2012 a Tacaná. Sono passato da un vulcano, il nostro Vesuvio, a un altro!» racconta con molta enfasi il missionario, che si trova in missione per conto di Dio: padre Angelo Esposito dal Vesuvio al vulcano Tacanà in Guatemala.

E’ proprio alle falde del vulcano situato tra Chiapas e Guatemala che Padre Angelo svolge la sua missione.

La sua parrocchia abbraccia un territorio di circa 330 chilometri quadrati. Qui i villaggi sono sparpagliati e per raggiungerli è necessario attraversare strade sterrate, a tratti inagibili. Ma Padre Angelo non si arrende. Egli raggiunge ogni volta che può anche a piedi o a cavallo, se necessario, tutti gli abitanti che richiedono la sua presenza, la sua parola, la sua confessione. E’ per loro che Padre Angelo non è voluto più tornare in patria.  

Grazie all’Associazione da lui istituita, “Hermana Tierra”, che lo supporta anche dall’Italia, il parroco e i volontari sul posto hanno negli anni portato sorrisi e speranza ad una popolazione martoriata da fame, ingiustizie sociali e ciclicamente anche calamità naturali, in ultimo il terremoto del 2017 che al confine col Messico ha distrutto strutture e case – anche la sua canonica che ogni anno ha ospitato centinaia di emigrati verso gli Stati Uniti– e ucciso tantissime persone. 

Il Guatemala è uno dei paesi centroamericani più poveri. La popolazione vive con due euro al giorno e si scontra quotidianamente con corruzione politica, vessazioni da parte dei pochissimi ricchi latifondisti presenti, malnutrizione, violenza. Inoltre, c’è un altissimo tasso di mortalità tra i più piccoli per la scarsità di cure mediche e presidi ospedalieri. 

Ma Padre Angelo non si è mai fermato. Tantissimi i progetti portati avanti negli anni seguendo tre obiettivi principali: salute, istruzione e risorse sostenibili. In missione per conto di Dio dal Vesuvio al vulcano Tacanà, il suo impegno è instancabile.

Primo, enorme progetto, di Hermana Tierra in Guatemala è stato la costruzione dell’ospedale pediatrico Los Angelitos; da soli tre volontari, negli anni la struttura si è allargata fino a raccogliere il mirabile lavoro di 53 persone tra volontari, psicologi, infermieri e medici. In questo ospedale vengono curati circa 12 mila bambini all’anno, principalmente per problemi legati alla malnutrizione perché come racconta Padre Angelo «ho visto persone ammalarsi e morire per mancanza di farmaci, medici o strutture capaci di curare le malattie legate alla cattiva alimentazione». 

Legati all’istituzione della struttura sanitaria anche la costruzione di un asilo, un orto e una fattoria sociale. Questi elementi si legano agli altri obiettivi di Hermana Tierra ovvero i progetti per supportare l’istruzione dei bambini guatemaltechi e l’ottimale sfruttamento delle risorse disponibili in modo sostenibile. 

I bambini di questa martoriata terra sono talmente poveri e senza mezzi che non hanno disponibilità di strutture scolastiche adeguate e i loro genitori – spesso madri sole – non possono permettersi di abbandonare le loro terre e i pochi animali a disposizione per portare i bambini nelle scuole situate molto lontano dai villaggi e quindi la costruzione di un asilo e di una scuola a Tacanà è stato essenziale. Ciò ha permesso anche l’organizzazione di corsi di formazione per gli adulti affinché potessero imparare a sfruttare quanto la terra offre loro. «Gli abitanti dei villaggi sono quasi totalmente contadini ma i mezzi a loro disposizione sono esigui. Grazie ai nostri progetti hanno imparato a sfruttare meglio la terra e i suoi tesori, costruire serre per ottimizzare i raccolti e allevare galline ovaiole».

I problemi di salute di Padre Angelo Esposito non lo fermano. Ha vicino a sé tutta la popolazione di Tacanà che lo supporta e prega per lui mentre continua la sua missione per conto di Dio.

 

di Emanuela Nicoloro

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