Un viaggio in bicicletta, toccando tante zone d’Italia, con tante tappe e un solo traguardo: chiedere lo stop alla guerra in Ucraina. Mykola Zhyryada è partito da Udine, città dove risiede con la sua famiglia, lo scorso primo agosto pedalando con energia ma anche con il cuore colmo di tristezza per i danni dell’operazione militare speciale, così viene chiamata al Cremlino, voluta dal presidente della Federazione russa Vladimir Putin lo scorso febbraio. «Ma i russi non c’entrano niente, è una guerra voluta da Putin e si è dimostrato con le proteste quando è stata autorizzata la mobilitazione parziale», afferma Zhyriada, 51 anni, originario di Cherniv e da vent’anni in Italia, dove lavora come imbianchino e operaio specializzato in ristrutturazione di case, a margine di un incontro oggi a Napoli con l’assessore comunale alle Politiche sociali Luca Trapanese e Chiara Marciani che si occupa nella giunta comunale di Politiche Giovanili e lavoro. I due assessori hanno a Zhyryada consegnato una medaglia.  «Ho trovato tante persone che mi hanno ospitato quando non dormivo sulle spiagge – racconta ancora Mykola indossando una maglietta con su scritto Stop alla Guerra – molti miei vicini e altre persone hanno pianto quando è cominciata la guerra. Vogliamo che Putin ci lasci in pace, noi abbiamo la nostra cultura e deve essere preservata. Se voleva aiutarci, perché oltre al Donbass Putin ha bombardato anche Kiev, Odessa, Leopoli?». Partendo in bici da Udine Mykola è arrivato sino a Reggio Calabria, ospite di amici, dopo aver percorso la costa ionica e dopo essere tornato a Mestre è ripartito scendendo questa volta il versante tirrenico sino alla Sicilia, prima di tornare dalla sua famiglia, orgoglioso del suo percorso pedalato per fare in modo che i riflettori sulla guerra in Ucraina non si spengano come sembra succedere da alcuni mesi. «Si tratta di un genocidio, Putin si fermi anche se pare non voglia», è l’appello finale di Mykola Zhyryada che non sente la fatica dei tanti chilometri percorsi in bicicletta per l’Italia ma il dolore per il suo popolo devastato da un conflitto insensato.  A Napoli sono 7000 gli ucraini presenti sul territorio, numero ovviamente accresciuto dopo l’inizio della guerra con migliaia di cittadini in fuga in cerca di salvezza. del suo percorso pedalato per fare in modo che i riflettori sulla guerra in Ucraina non si spengano come sembra succedere da alcuni mesi.

di Antonio Sabbatino

 

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