Una collaborazione tra enti pubblici, organizzazioni non profit e imprese con l’obiettivo di costruire e sviluppare un sistema di servizi di qualità a cui possono interessarsi sia grosse aziende che comunità locali, a partire dalle famiglie. Un welfare aziendale aperto, in cui sia le piccole che le grandi imprese sono in egual misura protagoniste. Di questo si è discusso all’Auditorium della Regione Campania Isola C3 Centro Direzionale di Napoli nel corso del convegno “Verso un nuovo Welfare. Sostenibile, territoriale, comunitario”, promosso dall’Osservatorio per lo studio, la ricerca e la promozione dell’Economia Civile, organismo del Consiglio Regionale della Campania, a cui hanno preso parte esponenti del mondo del Terzo Settore, dei sindacati, dell’industria e delle istituzioni regionali, come l’assessore alle Politiche Sociali Lucia Fortini.

LE OPINIONI – Secondo Giulio Maggiore, presidente Osservatorio per l’economia civile della Regione Campania, “Il nostro osservatorio si rifà alle teorie di un economista del Settecento che è Antonio Genovesi ma allo stesso tempo è aperto alle innovazioni. L’idea da cui siamo partiti è quello di intendere l’impresa non come un corpo estraneo rispetto al territorio in cui si insedia. Al contrario, fa parte di quella comunità”. Maggiore insiste: “Le imprese possono creare occasione di lavoro e di benessere non solo per i propri dipendenti ma al territorio stesso in cui operano. Vogliamo creare una rete di imprese, anche più piccole, normalmente escluse dal Welfare aziendale ma che possono creare benefici e opportunità”. Nasce un interrogativo. Perché questa partnership non è stata creata prima? Il presidente dell’Osservatorio per l’economia civile della Regione Campania risponde così: “Innanzitutto per un fattore culturale. Veniamo da 200-300 anni in cui c’è stato detto che l’economia doveva basarsi sulla logica della concorrenza e del “vinca il più forte”. Ma in realtà è possibile per le imprese fare profitto garantendo benessere attorno a loro senza sfruttare il lavoratore. Noi però crediamo che dobbiamo fare un ulteriore passo arrivando a un Welfare civile”. L’osservatorio ha istituito un tavolo di lavoro con la partecipazione oltre che del presidente Maggiore, della segreteria napoletana della CISL Melicia Combierati, del direttore del CSV Napoli, Giovanna De Rosa e Raffaella Ruocco della cooperativa Prodos. I prossimi passi dell’Osservatorio saranno: analisi dei bisogni sociali del territorio; ricerca sul Welfare aziendale territoriale della Campania; Dialogo partecipato con i diversi stakeholder; sostegno e orientamento per lo sviluppo della contrattazione territoriale.

FORTINI E COMBIERATI – Melicia Combierati segretaria Cisl Napoli crede “nel valore di un forte patto sociale attraverso una rete consolidata tra istituzioni, parti sociali e terzo settore. Le aziende devono essere stimolate a stare sul nostro territorio. Possiamo colmare il gap tra Nord e Sud, area del Paese dove il Welfare sociale è meno sviluppato, con una partnership tra piccole e grandi aziende. Da anni mi occupo di Welfare Aziendale, che può produrre occupazione”. Per i promotori del convegno contrattare il Welfare sociale significa aprire nuovi margini di contrattazione, disegnare nuove forme di rappresentanza, creare nuove opportunità di innovazione attraverso la rilettura dei bisogni dei lavoratori. Tra le priorità, dunque: sussidiarietà circolare, universalismo delle prestazioni, la centralità delle persone, la salvaguardia del bene comune. Il Welfare aziendale, peraltro ha notevoli punti di contatto con l’Agenda 2030 e con il perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili.  Tra gli altri obiettivi, la parità di genere, salute e benessere e istruzione di qualità per la realizzazione di un sistema di protezione sociale integrativo. L’assessore regionale alle Politiche sociali, Lucia Fortini punta su un “sistema ampio di Welfare diversificato, con al centro le persone e le loro esigenze, che sono diversificate. Inoltre, in Campania i bisogni sono diversificati per territori. Va fatto in modo – conclude l’assessore – che le persone vengano viste come un valore per occuparsi con la sua cura”.

di Antonio Sabbatino

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