HySolarKit: il sistema  brevettato da un gruppo di docenti e ricercatori del laboratorio eProLab (Energy and Propulsion Laboratory).

Un sistema che permette di convertire un’auto tradizionale in un veicolo ecologico ibrido-solare, riducendo i consumi di combustibili fossili e le emissioni di CO2, tra le cause del riscaldamento globale. Si chiama HySolarKit ed è stato brevettato da un gruppo di docenti e ricercatori afferenti al laboratorio eProLab (Energy and Propulsion Laboratory) del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Salerno. Nel 2014, per dare una prospettiva imprenditoriale e industriale al progetto, il team ha fondato lo spin-off eProInn (Energy and Propulsion Innovation), oggi PMI innovativa. «Noi diamo un valore a ciò che facciamo in termini di innovazione sociale. La nostra proposta è improntata al Riuso, che rappresenta una delle tre R dell’economia circolare, della sostenibilità – spiega il Prof. Gianfranco Rizzo, docente di Ingegneria Meccanica nell’Ateneo salernitano e fondatore di eProInn –. Guardando all’intero ciclo di vita della vettura, la nostra opzione può essere più sana ed ecologica anche rispetto alla scelta di rottamare un veicolo per acquistarne uno elettrico o ibrido: liberandoci di un’auto che potrebbe durare fino a vent’anni dopo appena quattro o cinque anni, infatti, non sfruttiamo pienamente il suo patrimonio di energia, mettendo in gioco, al tempo stesso, una nuova quantità di energia e di emissioni per costruirne un’altra».
Attualmente il lavoro è portato avanti nell’ambito del progetto europeo LIFE-SAVE (Solar Aided Vehicle Electrification), da una squadra di quattro partner industriali: accanto ad eProInn ci sono Landi Renzo di Reggio Emilia, leader mondiale nel settore delle energie alternative per le automobili, e la Mecaprom di Torino, che opera nello sviluppo di sistemi di motopropulsione e trasmissione «e con la quale abbiamo sviluppato una collaborazione nel corso degli anni, tanto che ha aperto una sede nel Campus di Fisciano e assunto una decina di nostri laureati», continua Rizzo. E infine Solbian, azienda italiana impegnata nella produzione di pannelli fotovoltaici per applicazioni automobilistiche e marine. LIFE-SAVE, che è finalizzato allo sviluppo di prototipi finiti pronti per l’industrializzazione e alla costituzione di una NewCo tra i partner, è finanziato dal programma LIFE, strumento della Comunità Europea per il sostegno alle iniziative di salvaguardia dell’ambiente.


 – COME FUNZIONA –

Premiato con il “Seal of Excellence”di Horizon 2020, HySolarKit può essere applicato ai veicoli che hanno due ruote non motrici e possibilmente non sterzanti.

«Nelle ruote posteriori di una vettura a trazione anteriore vengono integrati dei motori elettrici, che la trasformano in un’auto quattro per quattro. I motori elettrici sono collegati ad una batteria addizionale al litio, che può essere posizionata nel cofano, al posto del ruotino».

Completano il kit dei pannelli solari flessibili apposti sul tetto e sul cofano, che ricaricano gratuitamente la batteria sia durante la guida che mentre la macchina è parcheggiata, naturalmente alla luce, riuscendo a prendere energia fino a dieci ore al giorno. La batteria, inoltre, viene ricaricata dalle ruote posteriori durante le discese e le frenate. Con un tipico utilizzo urbano della vettura, di circa un’ora al giorno, il kit permette di ridurre consumi ed emissioni inquinanti fino al 20-25% ed oltre, ricaricando la batteria anche dalla rete. «In questo modo l’auto può essere assimilata ad un veicolo ecologico – aggiunge il fondatore di eProInn –, accedendo in modalità elettrica alle zone a traffico limitato e utilizzando il motore tradizionale per muoversi fuori dalla ztl».
Il progetto è partito da uno stadio di prototipi funzionanti, che nella scala TRL – Technology Readiness Level, usata dalla Comunità Europea per finanziare i progetti in base al livello di prontezza tecnologica –, che va da 1 a 9, corrisponde al livello 5-6. «Terminerà a settembre 2020, ora stiamo andando verso il livello 9». LIFE-SAVE è stato considerato tra i progetti di maggiore impatto nel settore automotive, perché consente di limitare la rottamazione di massa di veicoli in parte nuovi e ancora funzionanti. «I vantaggi per l’utente sono molteplici: in primo luogo il risparmio dei consumi, che può andare dal 10 al 20%, in base a come viene utilizzata la vettura. E soprattutto, oggi che si parla di abolizione dei motori diesel, installare questo kit vuol dire non essere costretti a cambiare la macchina, con un notevole vantaggio economico. Per poterlo industrializzare, si dovranno adeguare le norme sull’omologazione, ma siamo fiduciosi che ciò possa avvenire presto. Stiamo anche lavorando per lanciare una campagna di Equity Crowdfunding, per permettere di investire a chi crede in questa proposta».

di Paola Ciaramella