NAPOLI — Un riconoscimento alla qualità del proprio lavoro e un grande motivo d’orgoglio, ma anche la possibilità concreta di poter portare avanti quel lavoro fino all’obiettivo finale: il farmaco. «Perché la ricerca non è il fine ma il mezzo, e le opzioni terapeutiche non sono sogni», come sostiene Francesca Pasinelli, direttrice generale di Telethon. Il riconoscimento che tanto inorgoglisce i vertici della Fondazione che si batte contro la distrofia muscolare e le altre malattie rare è molto concreto: ieri è stato sottoscritto un accordo con la multinazionale biofarmaceutica Shire, che si è impegnata a sostenere con un finanziamento quinquennale di oltre 17 milioni di euro la ricerca del Tigem, il centro diretto da Andrea Ballabio con sede a Napoli.
TERAPIE EFFICACI – L’obiettivo è arrivare a rendere disponibili terapie efficaci per i pazienti affetti da malattie genetiche rare, in particolare diverse patologie neurodegenerative e da accumulo lisosomiale che causano per esempio ritardo dello sviluppo, disturbi del movimento e convulsioni. Per sottolineare con forza il risultato conseguito, che a sua volta consentirà di perseguirne altri, ieri Telethon ha promosso un incontro a Città della Scienza, al quale hanno preso parte il presidente della Fondazione Luca Cordero di Montezemolo, la direttrice generale Francesca Pasinelli, il direttore di Tigem Andrea Ballabio, introdotti dal presidente della Fondazione Idis Vittorio Silvestrini e da Franco Di Mare, della Rai, che ha fatto da moderatore e ha rimarcato la propria soddisfazione di giornalista e di napoletano nel poter dare una buona notizia.
SVILUPPO DAGLI USA – «L’industria di Boston — ha sottolineato — non ha concesso il finanziamento al Mit oppure ad Harvard, che sono lì, ma al Tigem, qui a Napoli. E non ha preteso neppure di indirizzare la ricerca, perché sta investendo sulle teste, sulle persone». Di Mare ha anche dato notizia di un messaggio soddisfatto del Presidente Napolitano per la notizia. Ballabio ha poi tracciato l’intero scenario aperto dall’accordo con Shire che, ha spiegato, ha valore per tre motivi: «Sul piano scientifico, perché finanzia la ricerca di base su cui stavamo già lavorando; sul piano medico, perché solo così si può arrivare alla cura, visto che Telethon non produce farmaci; e sul piano economico, per lo sviluppo che consente nel Paese e nella città». Il direttore di Tigem, che già dà lavoro a 180 ricercatori, ha auspicato che il laboratorio possa arrivare a quota 250, «Sempre evitando di compiere passi più lunghi della gamba».
LE DONAZIONI – In realtà, l’accordo significa anche che Telethon sta conquistando la propria autonomia, che riesce ad andare oltre la generosità e la partecipazione dei cittadini con le loro donazioni. A Ballabio e a Francesca Pasinelli, infatti, sono andati i più vivi complimenti di Montezemolo, che ha riservato anche parole di grande affetto per Napoli: «In questa città bellissima vengo sempre con grande piacere e ho amici. E sono particolarmente felice che abbiamo dimostrato con i fatti, non con annunci, che qui ci sono eccellenze. Questo è un grande successo, in attesa di vincere da un’altra parte», ha detto scherzando riferendosi evidentemente alla Ferrari, della quale pure è presidente, che domenica corre in India. Con la bandiera della Marina Militare in appoggio ai due marò arrestati mesi fa in quel Paese. Fino a ieri Montezemolo era presidente anche di Ntv, l’azienda del treno veloce «Italo», e a Città della Scienza ha spiegato perché si è dimesso: «Ho assunto la responsabilità quando questa straordinaria esperienza, alcuni anni fa, nacque su un foglio di carta bianco. Da allora abbiamo investito un miliardo di euro e abbiamo assunto a tempo indeterminato mille persone di età media sotto i 30 anni. Abbiamo aperto il mercato alla concorrenza, un mercato che è cresciuto, con i prezzi che sono diminuiti del 30 per cento per gli utenti. Se la concorrenza fosse estesa oltre l’Alta velocità, ai trasporti regionali, dove si viaggia su carri bestiame, e alle merci, ne trarrebbero beneficio i cittadini, che avrebbero servizi migliori a prezzi migliori», ha detto.
MONTEZEMOLO E LA POLITICA – Precisando: «Era tempo che facessi un passo indietro perché ho troppe attività, ma anche perché non voglio personalizzare troppo Ntv su di me. La presidenza è andata ad Antonello Perricone, che è stato alla guida di Rcs Mediagroup ed è un amico. Io comunque resto come forte azionista e nel cda. Del resto sono venuto a Napoli proprio con Italo». La domanda era d’obbligo: ma si è dimesso per occuparsi di politica? Ecco la risposta di Montezemolo: «Se per politica si intende candidarsi, non mi interessa. Ma vorrei facilitare l’elezione di gente nuova e pulita, contribuire a portare in Parlamento gente nuova, per creare una nuova classe dirigente». Non sarà facile, e ci vuole coraggio. Come quello che dimostrano da quasi vent’anni Telethon e Tigem occupandosi di malattie rare. E non stupisce che questo abbia convinto Shire a investire oltre 17 milioni sul laboratorio napoletano. Aprendo il sito di Share Italia, consociata nazionale di Shire Plc, infatti compare la scritta: «Coraggio è trattare malattie di cui nessuno ha sentito parlare».
 

di Angelo Lomonaco (corrieredelmezzogiorno.it)

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