Sensibilizzare ed erudire i ragazzi sull’importanza che assume la salvaguardia costante della flora in una città come Napoli, in cui il rapporto con il verde appare, ancora oggi, piuttosto complicato. La Festa dell’Albero celebratasi oggi all’interno del parco della Floridiana del quartiere Vomero, promossa in concomitanza con la giornata nazionale dell’albero del 21 novembre dalle associazioni Gea ets, Gazebo Verde e Comitato Civico Vomero insieme alla direzione regionale dei Musei Campani con il Patrocinio di Regione Campania, Comune di Napoli e Municipalità Quinta, si è posta questo obiettivo: consentire ai giovani delle scuole primarie e secondarie del territorio di assimilare le prerogative delle varie specie florovivaistiche e degli alberi, fondamentali per la tenuta di un ecosistema seriamente minacciato. Oltre 150 i giovani coinvolti nel percorso alla Floridiana di questa mattina, con gli studenti che hanno ascoltato le spiegazioni di animatori e attori travestiti dalle varie specie di alberi presenti nel parco, acquisito competenze per la cura dell’endoterapia e per la manutenzione attraverso la potatura nel pratone centrale di fronte al Museo Duca di Martina. Alla festa dell’Albero in Floridiana hanno aderito, con un dibattito organizzato per il pomeriggio agronomi, ornitologi, esperti in materia, istituzioni locali per approfondire la materia.

Il perché della giornata – «La cittadinanza sente il tema, ma bisogna sensibilizzare i giovani, soprattutto in questo momento in cui a Napoli il verde è in difficoltà. Abbiamo pensato a un percorso di reale conoscenza ecologica e del patrimonio arboreo del Parco della Floridiana. Oltre a nuovi alberi, ma ci aspettiamo anche una manutenzione altrimenti sarà inutile», le parole di Maria Teresa Ercolanese presidente del comitato Gazebo Verde accogliendo le scuole insieme agli altri organizzatori dell’evento.

Le parole dell’esperto – Per Roberto Braibanti, manager ambientale, presidente di Gea ets esperto di riforestazione, considerando la Floridiana come «il Central Park di Napoli, trattandosi dell’unica zona antropizzata in città», l’età scolastica «è quella migliore per cominciare ad approcciare il mondo vegetale che per noi è strano ai nostri occhi. Noi – la sottolineatura di Braibanti – non siamo abituati a capire gli alberi che hanno circa 400 milioni di anni di evoluzione, noi umani solo 20.000 come Sapiens. L’organizzazione degli alberi non è piramidale come quello umana che ha cervello, arti, capo». Consapevolezza da accrescere e azioni concrete da intraprendere, il pendolo dell’ambientalismo dovrebbe principalmente toccare questi due punti. Ancora il presidente di Gea ets: «Nella popolazione e quindi nella politica il grado di importanza del tema è basso. Napoli è relegata nei bassifondi della classifica nazionale del verde pubblico e anche l’Italia è ultima a livello europeo. L’albero ha una funzione ecosistemica, fa per noi un lavoro gratis producendo ossigeno e assorbendo C02 e le polveri sottili che sono cancerogene. Quando si tagliano gli alberi ci si sta castrando, perché eliminiamo le foglie che ci proteggono dalle polveri sottili, che a quel punto le respiriamo noi. Inoltre, le radici evitano di far franare il terreno ma soprattutto filtrano l’acqua che arriva pulita alla falda». E dunque quale sarebbe il rapporto giusto tra i cittadini e il verde pubblico? «L’organizzazione senza scopo di lucro “American Forests’’ ci dice che una città normale dovrebbe avere un albero ogni 10 abitanti, noi qui abbiamo un albero ogni 50 abitanti-60 alberi» la risposta di Roberto Braibanti.

di Antonio Sabbatino

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