L’infruttuoso incontro tra gli attivisti per il clima di Ultima Generazione e il Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin, svoltosi agli inizi del mese di agosto,  era già profetizzabile dalle parole dello stesso ministro. Il ministro ha dimostrato, nei giorni precedenti l’incontro, un tangibile scetticismo sull’attivismo e la crisi climatica stessa, nonché una scarsa conoscenza  della natura non violenta dei suoi interlocutori, con queste parole consegnate al quotidiano La Repubblica: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, anche se, questi ragazzi, che certamente raccolgono alcune istanze che hanno annunciato di voler presentare a tutte le forze partitiche come al Governo, non possono essere portatori della verità, soprattutto se rappresentano le loro idee col metodo della violenza». Sul tavolo del ministro, gli attivisti di UG hanno portato, non solo l’istanza del Presidente Mattarella, che ha dichiarato che “occorre avere la consapevolezza che siamo in ritardo”, ma l’appello al rispetto degli impegni dell’agenda europea “Fit for 55”, ovvero l’obbligo giuridico di ridurre del 55% le emissioni climalteranti entro il 2030.

“Quando abbiamo incontrato il Ministro- ha spiegato Alessandro Berti, attivista  di Ultima Generazione- gli abbiamo anticipato la notizia che a settembre l’opposizione presenterà una proposta di legge per la dismissione di 8 sussidi ambientalmente dannosi (SAD), che consentirà di risparmiare 5 miliardi di euro di soldi pubblici, versati dai cittadini.” ha aggiunto Rita, presente anche lei all’incontro, che aggiunge, “Una proposta che si pone l’obiettivo, da un lato, di garantire all’Italia di avvicinarsi al rispetto della deadline fissata nel 2025 per la rimozione delle principali sovvenzioni ai combustibili fossili e, dall’altro, di investire i soldi delle nostre tasse in progetti utili agli italiani piuttosto che alle élite del fossile. Dal ministro non abbiamo avuto una risposta netta e chiara sulla disponibilità ad accogliere questa proposta, ma una prima apertura a continuare il dialogo a ottobre per sapere quali di questi sussidi da eliminare porterà in legge di bilancio”

Nella proposta vengono avanzate al Governo tre richieste: riattivare la “Commissione per lo studio e l’elaborazione di proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi”, con l’obiettivo di eliminare gradualmente entro il 2025 tutti i SAD, previo confronto con le parti sociali e percorsi di partecipazione democratica, con indicazione di utilizzare le risorse recuperate per evitare impatti sociali ed occupazionali, attraverso istituzione di nuovi sussidi ambientalmente favorevoli (SAF); tagliare 8 sussidi ambientalmente dannosi, per un importo di quasi 5 miliardi di euro, e, infine, vietare gli investimenti pubblici nei progetti per fonti fossili, compresi gli investimenti nazionali ed esteri, di CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e SACE (Servizi Assicurativi del Commercio Estero).

di Valerio Orfeo

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