NAPOLI- «Gianmarì, il tempo non ci ferma». Lo hanno urlato a gran voce i volontari delle associazioni Punto Cuore, Stabat e del polifunzionale Rosario Vittoria che da oltre un mese lavorano tutti i sabati all’ex motorizzazione civile di Afragola. Il cielo minacciava pioggia ma loro erano comunque lì, a lavorare. Hanno partecipato e vinto un bando: da ottobre gli è stata affidata un’area molto ampia (15000mq), a un passo dal Rione Salicelle, uno dei posti più degradati e poveri della zona. Quello che chiamano Gianmarì, in realtà, si chiama Jean Marie Porté ed è il prete della chiesa Santissimo Rosario, nato e cresciuto in Francia, dal 2005 in Italia. Nella parrocchia dell’omonima piazza, durante la settimana, si fa volontariato per i bambini del quartiere: dal doposcuola alle attività ludico-sportive, dai corsi di formazione alle rassegne teatrali o le cene culturali e di beneficenza. «Qui c’è amore. I ragazzi sanno che qui c’è la loro famiglia. Hanno capito che a salvarti sono le amicizie» sottolinea Jean Marie Porté.
Adesso però il sogno diventa più ambizioso: trasformare una parte dell’ex motorizzazione in un centro multifunzionale per ragazzi e adulti. Dai campi di calcio alle aule per studiare; dagli spogliatoi al bar e la mensa. Immaginano di costruire qualunque cosa possa coinvolgere, unire, aggregare. Potranno finalmente evitare di affittare un autobus per raggiungere Casoria, dove attualmente si allenano, spendendo circa 7000 euro l’anno. « Tra i desideri c’è anche un campetto a 11 – spiega Luigi D’Antò, presidente di Stabat e del polifunzionale Rosario Vittoria – il nostro scopo è integrare. Non vogliamo più i quartieri-ghetto. Vogliamo far trascorrere ai ragazzi tutto il pomeriggio qui». Il problema sono i fondi. Al momento sono in trattativa con delle grosse imprese ma cercano degli sponsor per far fronte agli ingenti investimenti. E il loro progetto è risultato così interessante che, qualche giorno fa, hanno ricevuto il sottosegretario al Ministero della Giustizia Gennaro Migliore.
Tutti i ragazzi di Afragola possono partecipare alle loro attività presenti e future, c’è solo una condizione imposta dai 25 tutor: devono dimostrare di avere comportamenti corretti, un buon rendimento a scuola, di impegnarsi ed essere seri. Su 80 minorenni che prendono parte alle loro iniziative il 95% vive in un contesto familiare o economico disagiato. «Noi vogliamo portare questa percentuale al 20% – continua D’Antò-». Tra chi ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza difficile c’è Francesco, ha 17 anni e lavora come volontario con gli altri ragazzi. «Si dice sempre che ad Afragola non cambia niente – conclude il presidente –  Adesso noi offriamo una possibilità. O ci metti il tempo o ci metti i soldi, questa realtà è qui. Chi desidera mettersi in gioco qui ha la possibilità di farlo».
 

di Francesca Saveria Cimmino

 

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