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Dalla Catalogna a Portici: l’esperienza dei giovani Neet del programma “Mou-te for aprendre”

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Si chiamano Neet, acronimo di Not in Education, Employment or Training, e sono i giovani che non studiano, non hanno un impiego e non seguono alcun corso di formazione; una categoria sociale ampliamente studiata negli ultimi anni e che è al centro di un progetto che sti sta svolgendo in questi giorni a Portici.

Nella cittadina alle falde del Vesuvio, infatti, nelle scorse settimane sono sbarcati, provenienti dalla Regione della Catalogna, diciassette ragazzi e ragazze, alcuni “vulnerabili”, appartenenti a questa fascia di popolazione giovane attualmente senza “sbocchi” culturali e sociali. I diciassette ragazzi, la cui età va dai 18 ai 27 anni, partecipano al TLN mobilicat “Mou- te for aprendre”(letteralmente Muoviti per imparare in lingua catalana), progetto finanziato dal Fondo sociale europeo e dal Governo regionale della Catalogna e coordinato dall’ associazione Obre’t’ebre’ in Spagna e dalla Cooperativa sociale Shannara in Italia.

 «Si tratta – spiega Paola Schettini di Shannara – di un programma di mobilità transnazionale diretto ai più giovani e con precisi obiettivi culturali e sociali». Tra queste finalità, la principale è la riduzione della disoccupazione attraverso tirocini professionalizzanti; consentire ai ragazzi di questa precisa fascia anagrafica di fare esperienze lavorative in territorio europeo e infine fare in modo che essi valorizzino al massimo le loro skills, le loro competenze. Alcuni dei partecipanti al programma sono considerati ‘vulnerabili’, ma nonostante i loro problemi sono parte attivissima del progetto interculturale.

«Questo progetto – spiega ancora Paola Schettini – va avanti a Portici da quattro anni. Quest’anno abbiamo ospitato 17 ragazzi, sette dei quali sono già tornati a casa; restano in dieci, ciascuno di loro impegnato in attività affini ai loro percorsi culturali e di istruzione, ma anche alla loro predisposizione e preferenza». Per esempio c’è Jesus, arrivato dalla Catalogna con alle spalle un’esperienza nella biblioteca della sua città e che a Portici è diventato tirocinante libraio grazia alla partecipazione al programma della libreria Libridine. «Jesus – racconta Paola – è tra i più entusiasti e sta anche imparando velocemente l’italiano».

Altri ragazzi sono stati impiegati in alcune aziende del territorio, in una farmacia, in una tipolitografia,  in una clinica veterinaria, presso il giornale online Atellanews: al TLN mobilicat hanno infatti aderito tanti imprenditori, ma anche il Comune di Portici, la pro loco di Ercolano, la Facoltà di Agraria di Portici, il Cnr.

«L’esperienza dura 60 giorni – continua Paola Schettini – durante i quali oltre l’esperienza lavorativa frequentano corsi di italiano, per implementare la conoscenza acquisita con altri corsi in Catalogna, corsi di videocurriculum, attività pedagogiche e interculturali come la visita alle Catacombe di San Gennaro, corsi di cucina locale».

Al termine dei due mesi, si torna a casa con un bagaglio di competenze certamente arricchito: si impara a districarsi con una lingua nuova, in un contesto diverso, in un’altra nazione; si cresce in competenze lavorative e culturali. Ma soprattutto di acquisisce in pieno lo spirito della cittadinanza europea, vero e significativo ponte per i ragazzi di ogni paese e lingua dell’Unione europea.

di Bianca Bianco

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