Scolaresche e associazioni hanno risposto all’appello della Regione Campania che ha organizzato e finanziato la manifestazione tenutasi quest’oggi in piazza del Plebiscito con l’intento di chiedere uno stop alla guerra e un negoziato di pace, coinvolgendo l’Onu e i leader delle principali potenze mondiali, a 8 mesi dall’invasione in Ucraina dell’esercito russo di Vladimir Putin. Tante le bandiere e gli striscioni con i colori della pace, cartelli con messaggi contro la guerra e bandiere sia dell’Ucraina che della Russia.  Agli alunni di scuola si sono aggiunti circa 200 sindaci da tutta la Campania e di diversa estrazione politica, il governatore della Puglia Michele Emiliano, oltre al sindaco di Napoli e della Città Metropolitana Gaetano Manfredi, alcuni parlamentari, il cantante Andrea Sannino che ha intonato dal palco al centro della piazza la sua canzone manifesto “Abbracceme’’ cantata assieme ai ragazzi, e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ispiratore dell’iniziativa a cento anni esatti dalla marcia fascista su Roma avvenuta il 28 ottobre 1922.

Il messaggio di Liliana Segre – Ad aprire i vari interventi dal palco di piazza del Plebiscito, il messaggio della senatrice a vita Liliana Segre. “Saluto con vero piacere tutte e tutti i partecipanti all’iniziativa per la pace’’ di Napoli, le parole della Segre che ha conosciuto da bambina l’orrore di essere rinchiusa nel campo di concentramento di  Auschwitz-Birkenau e la vergogna delle leggi razziali promulgate in Italia dal regime fascista nel 1938. Ed è proprio su questo che si incentra il messaggio della senatrice. “La manifestazione ha anche un altro profilo, si svolge il 28 ottobre, giorno in cui ricorre il centenario della cosiddetta marcia su Roma.  Una data funesta della storia italiana, che segna l’inizio del fascismo, la più grande sciagura della storia nazionale del secolo scorso’’. Poi sulla guerra in Ucraina, afferma: “Sento il bisogno di essere molto chiara: c’è un aggressore ed un aggredito. Non si può non essere senza ambiguità dalla parte dell’Ucraina e delle sue istituzioni, delle donne e degli uomini, bambine e bambini, vittime di una sanguinosa aggressione. La pace va certo perseguita”. Anche per Liliana Segre “occorre fermare le morti e le distruzioni. Per questo occorre puntare ad un cessate il fuoco ed all’inizio di veri e seri colloqui di pace. Condivido la proposta, alla base della vostra iniziativa, per una conferenza di pace sotto egida ONU e che coinvolga, con l’Europa, anche gli USA e la Cina’’.

Le istituzioni – La giornata di oggi, con la proiezione sul maxischermo alle spalle del palco in cui si sono alternati i vari interventi di giovanissimi studenti e attivisti, di immagini cruente delle guerre del passato e anche di quella in Ucraina, secondo il governatore Vincenzo De Luca veicola «un messaggio di pace che arriva da Napoli.  Abbiamo dato risorse militari, finanziarie e dopo 8 mesi noi registriamo una situazione di estrema pericolosità, continua il bagno di sangue. Per aprire la strada alla diplomazia – insiste il presidente della Regione Campania – è necessario il primo passo che è il cessate il fuoco. In pratica stiamo seguendo un’indicazione che viene da mesi da Papa Francesco che mi pare l’unica grande personalità che sta seguendo con lucidità necessaria questa tragedia che ha investito l’Europa. Abbiamo dato risorse militari, finanziarie e dopo 8 mesi noi registriamo una situazione di estrema pericolosità, continua il bagno di sangue. Per aprire la strada alla diplomazia – insiste il presidente della Regione Campania – è necessario il primo passo che è il cessate il fuoco, stiamo andando verso la guerra atomica senza rendercene conto». Di «bellissima piazza, molto colorata» parla il sindaco Gaetano Manfredi che si riferisce ai giovani come coloro i quali «chiedono quello che chiedono in tanti cioè che ci sia un momento per il cessate il fuoco, che si passi dalla voce delle armi alla voce della diplomazia e che si ritorni a quello spirito negoziale che ha sempre contraddistinto l’Europa negli ultimi anni».

I genitori di Mario Paciolla – In piazza del Plebiscito anche i genitori di Mario Paciolla, il cooperante Onu ritrovato morto il 25 luglio 2020 in Colombia sulla cui sorte ci sono seri dubbi. Pochi giorni fa la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione del fascicolo relativo al procedimento di omicidio aperto contro ignoti. Tesi, questa, respinta dai coniugi Paciolla che si opporranno alla decisione dei giudici. «Tutto ciò che ha riguardato la scena del crimine è andato distrutto buttando via tutto quello sarebbe potuto servire per le indagini – afferma Anna Maria, la mamma di Paciolla – Non solo in Ucraina, in diverse parti del mondo accadono cose indicibili, compresa la Colombia dove ancora oggi c’è un conflitto che avanti». Anna Maria aggiunge: «Mario voleva essere utile in quel Paese, come sono sicura sarebbe andato in Ucraina se fosse servito a qualcosa perché lui era un uomo di pace. Se fosse stato a Napoli, di sicuro avrebbe partecipato a questa manifestazione di piazza Municipio. Mio figlio aveva una laurea in cooperazione internazionale. Quando gli chiedevo del perché partisse così spesso in certe zone, mi rispondeva “per quelle che sono le mie competenze, è normale che mi mandino in zone difficili’’».

Le scuole – Dall’Itc Ferdinando Galiani di via Don Giovanni Bosco Napoli, ecco le parole del professore di italiano Ciro Di Bernardo Ciro, in piazza del Plebiscito con i propri studenti. «A 100 anni dalla marcia fascista su Roma quanto capitato e sta capitando non deve più accadere. A scuola stiamo parlando della situazione internazionale, gli alunni devono capire i motivi per i quali è scoppiata la guerra». Si aggiungono alle parole del docente quelle di Maria Rosaria, studentessa del Galiani. «Se a scuola ci fanno studiare a scuola c’è un motivo. Dovremmo capire cosa è successo nel passato e trarne le conseguenze, noi abbiamo paura che il conflitto si allarghi. Questa guerra non ha senso, come nessuna guerra ha senso. Con la violenza nulla si ottiene, al di là di chi possa avere maggiore o minore responsabilità per la guerra in Ucraina». Nancy, studentessa del Liceo Statale Don Lorenzo Milani di San Giovanni a Teduccio. «Siamo qui non perché qualcuno ce l’ha imposto ma perché l’argomento ci tocca nel profondo e non vogliamo rimanere in silenzio di fronte alla violenza in generale. Sulla guerra in Ucraina? Il discorso è troppo ampio – dice la studentessa – ma ci sono tante motivazioni, da quelle politiche a quelle economiche».

di Antonio Sabbatino

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui