MILANO. Diminuite dopo cinque anni di crescita, le rimesse dall’ Italia all’ estero. Questo secondo quanto emerso dai dati presentati  a Milano da Western Union: i 6,8 miliardi di euro spostati nei primi 9 mesi del 2012 evidenziano un calo dell’ 8% rispetto ai 7,4% del 2011. La crisi tocca anche gli sportelli dei money transfer che segnalano un calo pari all’ 8% circa relativo al mercato globale. Eppure oltre 305 miliardi di euro nel 2012 sono arrivati ai paesi in via di sviluppo dal resto del mondo.
I DATI.  Secondo i dati di Western Union, l’Italia risulta essere il secondo mercato delle rimesse in Europa, dopo la Francia. Nel 2006 il dato delle rimesse era fermo al 4,5 miliardi e da allora ha sempre superato i 6, fino a rompere il muro dei 7 nel 2011. Il 2013 dovrebbe essere, però, l’anno della ripresa: secondo la Banca mondiale la ripresa delle rimesse potrebbe essere del 3-5%. Le mete finali del trasferimento di soldi dall’ Italia sono l’est Europa (nella Moldavia il 23% del Pil è prodotto dal denaro inviato dagli emigrati), l’Asia (l’India è il primo Paese destinatario delle rimesse di tutto il mondo, con 70 miliardi di dollari all’anno e la Cina è seconda con 66 miliardi di dollari) e l’Africa (in Nigeria ed Egitto arrivano rispettivamente 21 e 18 miliardi di dollari l’anno).
LE PROBLEMATICHE. La Western Union si trova ora ad affrontare un altro problema: la prevenzione dall’uso degli sportelli come lavanderie del denaro sporco. «Investiamo 60 milioni di dollari in sicurezza e abbiamo potenziato la nostra cooperazione con le forze di polizia- commenta il responsabile di Wester Union, Gabriel Sorbo-  per l’Europa occidentale. L’azienda rappresenta in Italia uno dei soggetti leader del mercato delle rimesse, con 11mila punti retail, da cui parte la parte più consistente del denaro, e altri 4mila nelle banche».

di Mirko Dioneo

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