Negli ultimi decenni è emerso come le attività connesse al settore delle costruzioni provochino impatti significativi sull’ambiente, sia in termini di emissioni di gas serra che di domanda di materie prime, senza contare che le attività legate alle operazioni di costruzione e demolizione generano una quantità notevole di rifiuti. Con una produzione globale di circa 10.000 milioni di tonnellate all’anno, il calcestruzzo rappresenta il materiale maggiormente utilizzato per le costruzioni: al suo processo di produzione e fornitura sono associate conseguenze ambientali rilevanti, legate al grande utilizzo di cemento e di inerti di cava. Uno spin-off dell’Università di Salerno lavora per favorire l’impiego di nuovi materiali cementizi innovativi e sostenibili, anche attraverso l’utilizzo di metodologie emergenti per la diagnostica e il monitoraggio strutturale e il supporto di strumenti avanzati di simulazione. TESIS (Tecnologie Emergenti a Servizio dell’Ingegneria Strutturale), questo il suo nome, è nato a gennaio 2018, ma i suoi prodotti e servizi derivano da un’attività di ricerca che dura da un decennio, portata avanti dai quattro soci fondatori: Enzo Martinelli, Amministratore Unico e Legale Rappresentante, professore associato di Tecnica delle Costruzioni nel Campus di Fisciano; Carmine Lima, Responsabile settore modellazione, e Marco Pepe, Responsabile settore materiali, dottori di ricerca in Ingegneria delle Strutture e del Recupero Edilizio ed Urbano; Rossano Petruzziello, Responsabile settore diagnostica e monitoraggio, tecnico nell’ambito della diagnostica e del monitoraggio di strutture e infrastrutture.
Calcestruzzo green – Premiato nel maggio scorso agli Awards della Borsa della Ricerca 2019, per il progetto “Monitoraggio e simulazione dei processi di idratazione in opere in calcestruzzo”, il team di TESIS è attivo in tre settori: «Il primo è quello dei materiali, attraverso lo sviluppo di procedure, tecniche e tecnologie innovative per la ‘formulazione’ di compositi a matrice cementizia, basati anche sull’impiego di costituenti riciclati, che possano rispondere alle più diverse esigenze strutturali – spiega Marco Pepe –. C’è poi l’ambito della diagnostica e del monitoraggio, con lo sviluppo di strumenti – attrezzature, firmware, software – per l’applicazione di metodologie emergenti per l’indagine su costruzioni e infrastrutture. Infine la modellazione, attraverso la codifica di tecniche avanzate di simulazione per l’analisi di problemi caratterizzati da fenomeni fisico-meccanici complessi». Riguardo ai materiali, in particolare, l’uso di leganti alternativi in parziale sostituzione del cemento – Portland o di miscela – e di aggregati riciclati, in parziale o totale sostituzione degli inerti naturali, per la produzione di nuovi calcestruzzi ad uso strutturale, costituisce una valida alternativa sia dal punto di vista tecnico che ambientale. A tal proposito, «il nostro spin-off offre servizi di consulenza ad aziende del settore per il mix-design di miscele in calcestruzzo green, sia gettato in opera che per la realizzazione di elementi prefabbricati». L’obiettivo è duplice: «Ridurre la domanda di risorse naturali e minimizzare lo smaltimento in discarica di questi rifiuti».
Edilizia sostenibile – Per il settore materiali, i soci dello spin-off sono impegnati da diversi anni con le attività relative a progetti europei finanziati sia nell’ambito del 7° Programma Quadro (Progetto EnCoRe) che di Horizon 2020 (Progetto SUPERCONCRETE). «Abbiamo lavorato con diversi partner europei e sudamericani su tematiche inerenti all’edilizia sostenibile – aggiunge Pepe –. Tali attività ci vedono direttamente coinvolti nelle analisi relative allo sviluppo di nuovi materiali da costruzione sia ad alte prestazioni, per esempio con una maggiore resistenza e durabilità, che sostenibili, con componenti riciclate o derivanti dai sottoprodotti del settore agricolo-alimentare. In questo contesto, nei prossimi mesi ci avvieremo a sviluppare dei progetti sulla bio-edilizia anche in vista della riqualificazione del costruito esistente». Il settore delle costruzioni è una delle attività umane che richiede maggiore consumo di energia e materie prime: «Renderlo più green può contribuire in maniera significativa alla riduzione di gas serra nell’atmosfera – conclude –. I materiali della bio-edilizia possono avere il potenziale per affrontare le sfide per le costruzioni del domani: contrastare i fenomeni di cambiamento climatico, promuovendo pratiche di economia circolare, ridurre la quantità di materie prime richieste dal settore edile e contribuire allo sviluppo delle economie locali, attraverso il riciclo dei rifiuti disponibili localmente».

di Paola Ciaramella