barikamà_050512_2295ROMA- «Non riuscivamo a trovare lavoro e abbiamo deciso di crearlo con le nostre mani». Così dalle mani di sei ragazzi africani, Suleman, Aboubakar, Cheikh, Sidiki, Modibo, Youssouf, è nato nel marzo 2011, grazie ad un progetto di micro reddito, lo yogurt biologico Barikamà. «Il termine – spiega Suleman –in lingua bambarà  significa “resistente”, non inteso come forte, ma come una cosa che nonostante sia piccola riesce a resistere». Il progetto non solo resiste, ma è cresciuto notevolmente negli anni. I sei ragazzi, infatti,  sono partiti producendo 15 litri a settimana e ora, nel caseificio del Casale di Martignano, che si trova proprio sul lago di Martignano, di yogurt ne producono ben 150 litri.

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A guardare i volti sorridenti di questi sei africani non si possono di certo immaginare le storie di sfruttamento, paura e razzismo che si sono lasciati alle spalle. Come Suleman, che negli occhi ha ancora i colori della Savana del Mali, nel 2010, ha partecipato alle rivolte di Rosarno. «Abitavamo – racconta – in vecchie fabbriche abbandonate senza acqua, né correte, né servizi igienici. Di giorno venivamo sfruttati nei campi dai braccianti agricoli, non godevamo di nessun diritto. Poi, le cose sono peggiorate a gennaio, quando due giovani del luogo, hanno iniziato ad usarci come bersagli su cui sparare». Da lì la rivolta degli immigrati e la popolazione locale che inizia una vera e propria caccia allo straniero. «Rosarno – aggiunge il ragazzo  – non era più sicura per noi, siamo stati divisi nei centri di accoglienza di Crotone e Bari con la promessa, però, che ci saremmo rimasti solo un giorno e poi saremmo stati liberi». Così nel gennaio del 2010, con altri compagni Suleman è arrivato a Roma, ma nelle tasche non avevano neanche il permesso di soggiorno. «Dormivamo alla stazione Termini – spiega – quando un gruppo di un centro sociale ci ha accolti e con loro abbiamo seguito l’iter per ottenere il permesso di soggiorno».

Un tassello in più nel percorso di integrazione che hanno fatto questi sei immigrati che ora producono yogurt con latte intero biologico pastorizzato, prodotto da Casale Nibbi, e fermenti lattici. «No addensanti, No conservanti, No dolcificanti, No coloranti»: si legge sul sito del progetto barikama.altervista.org dove sono indicati tutti i mercatini ed i gruppi di acquisto solidali con cui lavorano. Inoltre, lo yogurt biologico Barikamà si può ordinare anche telefonicamente, Suleman, Aboubakar, Cheikh, Sidiki, Modibo, Youssouf, lo distribuiscono in tutta Roma rigorosamente in bicicletta.

di Emiliana Avellino

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