sprecare_ciboROMA – L’Assemblea nazionale francese – la camera bassa del Parlamento – ha approvato all’unanimità tre emendamenti a una legge sulla transizione energetica che prevedono alcune misure contro gli sprechi alimentari nei grandi supermercati. I supermercati delle grandi catene non potranno buttare via o distruggere i prodotti alimentari invenduti, ma saranno obbligati a donarli ad associazioni di beneficenza. Oltre che ai poveri e ai senzatetto, il cibo recuperato sarà utilizzato per mangimi animali e per la produzione di compost per l’agricoltura. I rivenditori con una superficie di oltre 400 metri quadrati dovranno stipulare degli accordi con le associazioni benefiche entro luglio del prossimo anno, altrimenti rischieranno multe fino a 75 mila euro e fino a due anni di carcere. Con questa nuova legge il governo francese spera di riuscire a dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2025

QUI FOUNDATION – Sulla questione interviene anche il presidente della Onlus di QUI! Group S.p.A, QUI Foundation, Gregorio Fogliani, che spiega: «Come Qui Foundation non possiamo che augurarci di vedere tale norma presto introdotta anche nel nostro Paese. Si tratta di una misura di buon senso, rispettosa dell’ambiente e dei principi di sussidiarietà, finalmente orientata a combattere alla radice lo spreco». Stando agli ultimi dati diffusi da Last Minute Market, in Italia vengono sprecati ogni anno 8 miliardi di euro in cibo, che equivalgono a mezzo punto di Pil. Si parla di 76 chili di cibo sprecati a persona. Gran parte dell’eccedenza alimentare viene generata dalla venditori e da consumatori. QUI Foundation, Onlus nata a Genova nel 2007, con il suo progetto contro gli sprechi alimentari, ha recuperato lo scorso anno oltre 200mila pasti collaborando con supermercati, bar e ristoranti, ma non esistono leggi a favore di questa buona pratica.

“USOLOSPRECO” – «Ad oggi, in Italia, donare l’invenduto è quasi una lodevole eccezione – commenta il presidente Gregorio Fogliani. – Eccezione che spaventava non poco gli esercenti e le Onlus per le possibili conseguenze legali. La legge approvata in Francia crea un precedente positivo. Viene finalmente riconosciuto il principio opposto, secondo cui non sprecare è il primo dovere di tutti, e le conseguenze legali saranno semmai nei confronti di chi non lo fa. Questa è una legislazione lungimirante. QUI Foundation, da sola, è riuscita a recuperare 200mila pasti nel 2014, e questi si vanno a sommare ai 500mila recuperati nei quasi otto anni di attività. Il margine è ampio: se tutti i pubblici esercizi mettessero a disposizione il cibo invenduto, con una media di 20 pasti al giorno, si potrebbero distribuire oltre 7 milioni di pasti quotidianamente. Ci auguriamo che l’Italia, patria del Food di qualità e per giunta nell’anno di Expo, sappia cogliere questa opportunità suggeritaci d’oltralpe.» Anche Napoli è in prima linea contro lo spreco alimentare: in questo caso QUI Foundation ha collaborato con il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università “Federico II”, la Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli, Gesco Sociale Fare Più e il Csv Napoli per dare vita al progetto “Usolospreco”. In sostanza, gli ideatori dell’iniziativa si impegnano ad individuare aziende o comunque realtà produttive disposte a donare i pasti che avanzano a loro alle mense dei poveri

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di Francesco Gravetti  – @FGravetti

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