Un appartamento al piano terra di un tranquillo condominio di via Salute a Portici è diventato da qualche settimana l’oasi di indipendenza di un gruppo di ragazzi con disabilità cognitive. Sono i giovani dell’associazione “Andare Oltre”, nata nel 1998 e che da qualche settimana ha inaugurato la sua nuova sede e i suoi nuovi progetti tutti mirati, come spiega la presidente Lina Esposito, al prendersi cura del ‘durante noi’ in vista del ‘dopo di noi’ delle famiglie di questi ragazzi speciali.

La sede è un appartamento organizzato per permettere non solo le attività sociali destinate agli iscritti ma anche per consentire i cosiddetti “week end residenziali”, fine settimana in cui si sperimenta la vita autonoma, il disbrigo delle quotidiane faccende domestiche, il soggiorno lontano dai genitori e dalle proprie abitudini. Ecco dunque una cameretta, un divano letto, bagni separati e a norma, una cucina fornitissima che i ragazzi utilizzano per le loro esigenze e per qualche dolce esperimento culinario ed una grande sala laboratorio con materiale ludico e creativo. Tutto intorno, la calma di un cortile condominiale silenzioso e l’accoglienza di condomini che hanno salutato l’arrivo dell’associazione con simpatia.

«Le famiglie iscritte – spiega Lina Esposito, che di “Andare Oltre” è l’anima oltre che la presidente – sono attualmente venticinque, quindici invece i ragazzi che frequentano i nostri percorsi». Sono percorsi, infatti, e non laboratori quelli proposti ai partecipanti con sindrome di Down ed altre disabilità psichiche e cognitive; come quello, recentissimo, che li ha visti confrontarsi con una sessuologa della Asl Napoli 3 Sud: «Un’esperienza meravigliosa alla scoperta del significato di amicizia, amore e sesso – spiega Lina – in cui i ragazzi hanno potuto sentirsi liberi di porre domande e risolvere dubbi, garantiti da discrezione e anonimato».

E ancora le numerose escursioni alla scoperta di nuove città e nuove esperienze: «Ogni gita fuoriporta, ogni evento – continua la presidente – è organizzato non solo per dare una opportunità di conoscenza ma anche per responsabilizzare e fornire nuove competenze: dal semplice contare il denaro necessario per i biglietti alla richiesta di informazioni ai negozianti; dall’attraversamento della strada al rispetto di orari e regole».

In ventiquattro anni “Andare oltre” ha costruito un’esperienza decisiva per le famiglie di persone speciali e che è diventata insostituibile durante la pandemia, quando grazie a chat, social e videoconnessioni i ragazzi, aiutati dai 4 educatori e da uno psicologo che fanno parte dello staff, non si sono mai annoiati. Da quasi cinque lustri l’associazione va avanti autofinanziandosi o grazie al 5×1000 «sebbene i costi, soprattutto per i consumi Internet e energia, sia equiparati dai gestori a quelli di un’azienda e non di una associazione».

Burocrazia e costi non scalfiscono però la pace e la bellezza del microcosmo di via della Salute 39: «E’ un impegno quotidiano e a volte faticoso – conclude Lina – ma che dà notevoli soddisfazioni. Noi sogniamo di arrivare ad altro, ai gruppi appartamento, alla piena autosufficienza dei nostri ragazzi. Non pensando solo al ‘dopo’, quando i loro genitori non ci saranno più, ma soprattutto al loro durante».

di Bianca Bianco

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